La Filosofia della Natura

Da La Filosofia della Natura.
Versione del 17 nov 2016 alle 08:29 di Naturadmin (Discussione | contributi) (L’uomo reale entra nella storia)

“La FILOSOFIA della NATURA”
«Amare pensando»


L’UOMO CHE AMA PRIMA DI PENSARE, É GRANDE QUANTO L'UNIVERSO.
Con l’«amare pensando» si abolisce ogni differenza tra persone, animali e cose.

“La filosofia della natura” segue il progetto ambizioso del suo autore, impegnato a dare soluzione all'insostenibile irrazionalità umana la quale si risolve osservando e studiando “dio”  l’“amore assoluto” della teologia naturale, spaziotempo assoluto della fisica, Assoluto della filosofia, forma dell’arte e dell’architettura; in esso svaniscono tutti i misteri, i paradossi della vita e le aporie della conoscenza.


Ebbene grazie a “La Suprema ricerca dell’arte” l'uomo ha rappresentato “dio” e, finalmente, seguendo la via privilegiata della visione può personificare l’uomo reale del terzo millennio ed entrare nella storia per giustiziare tutti i mali nati dall’ignoranza dell’uomo apparente.


Conoscere l’increato “dio” dell’Energia significa esprimere la “filosofia di vita” rappresentata in tutta la natura visibile e invisibile; significa conoscere i Principi increati della libera rappresentazione fisica e i Principi creativi della libera espressione umana. Significa altresì apprendere la complementarietà tra l'etica/sociale e l'estetica/liberale della felice convivenza civile.


Per conseguire l’“espressione filosofica” di “dio” e, quindi, della natura, l’artista ha reso visibile l'invisibile spaziotempo naturale della coscienza e lo ha tradotto in parola e verbo; ciò ha permesso di rivelare i due grandi misteri de La conoscenza le due increate divinità: l’“amore assoluto” dell’Energia (“dio”) o coscienza fisica testimoniato da ogni “particella” elementare e l’Amore puro del Pensiero (Dio) della coscienza umana sempre-presente in ogni intelletto.


Con la scoperta rappresentativa di “dio” l’uomo, ama prima di pensare e rende reale il “sogno” del padre, l’apparente Paradiso dalla natura provvidente e realizza in esso il suo sogno: Lo Stato provvidente (Sommo Bene), che lo rende libero, spensierato e felice tra i propri fratelli, come sciolto è “dio” nella sua armoniosa moltitudine.





Consiglio al lettore.

“La filosofia della natura” traduce le entità naturali ENERGIA, SPAZIO e TEMPO sperimentate graficamente dall’arte in PENSIERO, PAROLA e VERBO perciò invito i lettori a verificare direttamente i suoi contenuti attenendosi al Principio dell’esatta conoscenza (PENSIERO = ENERGIA) scaturito dalla complementarietà intellettuale tra l’uomo e “dio”, tra soggetto pensante e “oggetto” configurante:

Per l’esatta conoscenza tutte le espressioni del PENSIERO devono coincidere con la rappresentazione dell’“amore assoluto” dell’ENERGIA (“dio”), sorgente originaria di ogni rappresentazione visibile e invisibile e, quindi, di ogni conoscenza.

Consegue che:

Se la PAROLA e il VERBO di un concetto non riscontrano la loro rappresentazione nello SPAZIOTEMPO di “dio”, il concetto stesso è inammissibile: può esistere soltanto nella mente irrazionale dell’uomo.

In sintesi:

Per l’esatta conoscenza ogni spaziotempo rappresentato ha la sua espressione lessicale viceversa ogni lessico espresso ha il suo spaziotempo rappresentato.

Questo principio spiana il percorso della trascendenza culturale che porta l’uomo reale a vivere di certezze in armonia, spensieratamente libero e felice nella sua moltitudine. Inoltre questa filosofia, rappresentata da “dio” ed espressa dall’uomo, verifica, integra e unifica le verità intuitive espresse: dalle religioni del credo con la fede nell’unico 'Dio' (Cattolica, Ebraica, Islamica), dalle filosofie orientali (induista, buddista, cinese) e dalla filosofia dialettica soggettiva antica, moderna e contemporanea priva di rappresentazione, cosicché “La filosofia della natura”, com’è ovvio che sia, è da ritenersi la madre di tutte le filosofie e religioni.

Torna su





Introduzione.


“La filosofia della natura” chiude il “Percorso rappresentativo dell’Amore” con il quale l’uomo incontra suo padre; essa non scaturisce dalla filosofia dialettica contemporanea, né dalla scienza fisica sperimentale ferma dall’inizio ‘900 davanti al paradosso ENERGIA = PENSIERO, ma scaturisce dal percorso inverso de La Conoscenza, quello millenario e rappresentativo dell’arte più vicino a ciò che “dio” dell’Energia, senza proferire parole e verbi e senza strumentazioni, ha rappresentato: l’universo, la natura provvidente e noi.


Con la “suprema ricerca” dell’Arte si è scoperta l’esatta rappresentazione dell’increato "amore assoluto" di “dio”, padre dell’universo, testimoniato da un infinitesimo volume fusiforme ovvero da ogni “particella” elementare di Energia: un passo gigantesco dell’umanità verso la comprensione di tutti i fenomeni fisici e intellettivi e verso la riconversione culturale del terzo millennio.

L’uomo, infatti, seguendo la via sintetica della rappresentazione tracciata dall’arte, indottrina la ragione ad apprendere “la filosofia della natura”, cioè il “pensiero” di “dio” che sgorga direttamente dalla sua rappresentazione, fonte primigenia e indifferenziata di ogni configurazione e conoscenza.

La “suprema ricerca” dell’arte ha tradotto il moto immutabile dello spaziotempo assoluto dell’increato “dio” dell’Energia in parola e verbo, permettendo all’uomo di esprimere ciò che "dio" stesso rappresenta.

“La filosofia della natura”, quindi, è il “pensiero” di "dio" espresso dall’uomo; è il “pensiero” increato che ha permesso al padre premuroso di donare al proprio figlio l’impensabile: il bellissimo e provvidente Paradiso terrestre e l’incommensurabile Amore che rende l’uomo libero nella sua moltitudine.

L’uomo, per definire la sua complementarietà intellettuale con “dio” (“dio” rappresenta e l’uomo esprime), deve rivelare la “filosofia” che caratterizza la sua libera azione rappresentativa nell’universo, i principi universali che la regolano, gli “strumenti” che la misurano e infine deve riconoscere, nell’azione rappresentativa di “dio” riflessa nella natura provvidente, il “progetto dell’Amore" dato in eredità all’uomo suo figlio: Lo Stato provvidente, Sommo Bene.

Con questo percorso l’uomo, il soggetto si fonde all’“oggetto” a “dio” che lo configura e, finalmente, esprimendo l’Io puro e assoluto', inizia ad amare ancor prima di pensare.

Torna su





Il percorso rappresentativo dell’Amore


L’Arte, la via sintetica de La Conoscenza quella rappresentativa e quindi visiva, avendo disegnato con la forma l’“Assoluto” della filosofia, lo spaziotempo assoluto della scienza fisica (“particella” elementare), “dio” della teologia naturale, ha completato il “Percorso rappresentativo dell’Amore” che dirada l’oscura nebbia dell’ignoranza umana e illumina l’uomo e il suo universo.


Il Percorso rappresentativo dell’Amore ha due vie separate quella immanente di andata o della rivelazione tracciata dall’“amore assoluto” dell’Energia (“dio”) il quale senza volontà, libero di rappresentare l’impensabile moltitudine delle specie, giunge a configurare l’uomo e il suo intelletto, e la via trascendente di ritorno o della conoscenza rappresentativa tracciata dall’arte con la quale l’uomo rivela l’Amore puro del Pensiero (Dio), la sua coscienza e volontariamente si ricongiunge a “dio” dell'Energia. Il soggetto pensante incontra suo padre, l’oggetto configurante.


Immanente: termine che esclude la volontà, riferendosi a “ciò che è dentro e configura dall'interno l’oggetto naturale”, esprime il concetto inverso del termine trascendente.

Immanente è “dio”. La sua immanenza è disciplinata dai Principi universali della libera rappresentazione e include l’interazione causale/finalistica dell’esistenza di “dio”: la sua rivelazione.

L’immanenza è integrata a “dio”, anzi lo rappresenta, e non ha un'esistenza esterna, separata; ma ciò che è perfetto dentro è anche fuori; così, l’immanenza di “dio” esternando i Principi della libera rappresentazione fisica condivisi con la sua armoniosa e incommensurabile moltitudine giunge a configurare la natura provvidente e a rivelarsi nell’uomo. L’uomo di immanente ha in sé l’increato “dio” dell’Energia che lo configura e l’increato Dio del Pensiero testimoniato dalla coscienza umana, nata a immagine e somiglianza di “dio”. La coscienza essendo increata cioè natura, è immanente verso la creativa ragione la quale può rappresentare ed esprimere e rivelare all’esterno di sé l’Amore puro che la stessa coscienza testimonia e l'“amore assoluto” che lo stesso “dio” rappresenta.


Trascendente: il termine che include la volontà, riferendosi “a ciò che è fuori al soggetto”, esprime il concetto inverso del termine immanente.
La trascendenza è l’esperienza culturale sensibile dell'uomo che giunge a sperimentare la vita dell’Essere figlio di “dio” nel “sogno” del padre donato al proprio figlio: nel Paradiso terrestre.
L’uomo quando con la rappresentazione indottrina la ragione alla vita dell’Essere figlio di “dio”, supera l’esperienza sensibile del suo semplice Divenire e diventa un tutt’uno con il suo Paradiso.
Soltanto l’uomo può trascendere la condizione del Divenire, quando osserva l’apparente natura visibile e in essa riconosce il “sogno” di “dio” padre a lui donato: il Paradiso.


Il percorso rappresentativo immanente di andata di “dio”.


Miliardi di anni fa, un singolare evento causale muove il Nulla, lo spaziotempo fermo e lo converte in Energia; così ha inizio il percorso rappresentativo e immanente dell’“amore assoluto”. L’Energia che è movimento rappresenta lo spazio modellandolo con il tempo sempre-presente; nascono gli “oggetti” che rappresentano l’“amore assoluto” sempre-presente dell’eterna testimonianza fisica. Questi “oggetti” limitatamente piccoli dal volume o spazio fusiforme, che rappresentano l’infinito in modo finito, sono le incommensurabili “particelle” elementari. L’incommensurabile armoniosa moltitudine dell’“amore assoluto” rappresentato dalle “particelle”, dopo il suo divenire fisico negli atomi, su un adeguato pianeta come la Terra evolve la chimica inorganica, organica e la biologia degli esseri viventi, tra cui una particolare specie: quell’umana.

Due milioni di anni fa l’uomo era corpo, natura e mente insieme, cioè istinto; poi lo stesso uomo, con un “gioco” alterno con l’ambiente ha separato la mente dalla natura. Lo stupore verso la natura è all’origine della separazione tra natura e mente, tra “oggetto” e soggetto; infatti, agli albori dell’uomo sapiens, quello bestiale, sotto lo stupore dei sensi è scosso da smanie improvvise; nulla potrebbe sollevarlo dall’animalità, se la sua stessa natura non gli offrisse il modo di ricordare le sue rudimentali esperienze. Nell’uomo bestiale si evolve l’encefalo plastico sede dell’intelletto.

Con l’encefalo plastico l’Energia si converte in Pensiero.

Con le esperienze innate e acquisite riferite all’ambiente si dilatano i ricordi e le percezioni riferite allo spaziotempo che configura gli “oggetti” naturali o creati, manifestano il loro inconsapevole significato; nascono le prime emozioni, rudimentali sensazioni e primitivi sentimenti. L’uomo bestiale, nel suo ambiente, manifesta senza volontà l’autoregolamentazione di tutte le esperienze, innate e acquisite e di tutte le percezioni, nascono nel primitivo intelletto umano, l’increata coscienza rappresentativa dello spaziotempo e la creativa ragione espressiva della parola e del verbo.

La coscienza è natura increata, riferendosi allo spaziotempo dell’ambiente e dei suoi oggetti, evolve la percezione simbolica emozionale dell’Essere, nascono le prime emozioni, sensazioni e sentimenti e tra esse la sconosciuta idea pura, quella rappresentativa dell’Amore puro (increato Dio del Pensiero) e della sua bellezza.

La ragione è mente creativa, ingannata dall’inevitabile illusione visiva, separa l’inseparabile, il “tempo” dallo “spazio” e, facendo coincidere lo “spazio” rappresentato dall’oggetto con la parola per distinguerlo e il “tempo” con il verbo della sua funzione, evolve le esperienze lessicali del Divenire.

L’“amore assoluto” testimoniato da ogni “particella” elementare o “coscienza fisica” si converte in Amore puro testimoniato da ogni coscienza umana.

L’uomo con il suo intelletto è solo, creatore nell’increato universo, ma l’impervio viaggio della ragione lo riporterà al punto di partenza, là dove la separazione tra natura (“dio”) e mente (uomo), tra “oggetto” e soggetto era iniziata. Con il sorgere della mente, infatti, l’“amore assoluto” di “dio” che ha convertito l’Energia in Pensiero si rivela nella coscienza dell’uomo e, con le prime manifestazioni dell’arte, ha inizio il percorso rappresentativo trascendente di ritorno dell’Amore puro o del ricongiungimento dell’uomo con “dio”, della mente con la natura, della ragione con la coscienza, del soggetto con l’“oggetto”.


Il percorso rappresentativo trascendente di ritorno dell’Amore puro dell'uomo.


Il percorso rappresentativo trascendente di ritorno dell’Amore puro ha inizio con le prime manifestazioni dell’arte, quando la ragione dell’artista, attraverso la coscienza, inizia a percepire l’Amore puro e oggettivo dell’increato Dio del Pensiero, nato nell’intelletto a immagine e somiglianza dell’increato “dio” dell’Energia.

Con l'ARTE, che si fonda sulle rappresentazioni simboliche emozionali della coscienza, sullo spaziotempo naturale rappresentato, si assiste a una millenaria evoluzione di natura percettiva con la quale la ragione artistica perviene a una sempre maggiore consapevolezza rappresentativa dell’Amore puro del Pensiero, che lo porterà a disegnare l’“amore assoluto” dell’Energia: “Dio” della teologia naturale.


L’evoluzione di natura percettiva millenaria dell’arte si basa su conoscenze rappresentative dirette o intuizioni simboliche che si trasferiscono con le percezioni (esperienze della coscienza non comprese dalla ragione) dalla rappresentazione naturale o artistica osservata, direttamente alla coscienza dell’artista praticante suscitando in essa forti volizioni.
La conoscenza per l’artista è immediata poiché la coscienza percepisce istantaneamente dall’opera d’arte già eseguita o storicamente datata i simboli che si addicono alla sua rappresentazione.
L’artista, quindi, è il “dotto ignorante” è l’angelo tra gli uomini al quale, come “dio”, non necessitano conoscenze stratificate, libri filosofici da studiare, e nemmeno complesse formule matematiche da imparare o esperimenti scientifici da eseguire per evolvere la sua conoscenza simbolica.
La conoscenza rappresentativa dell’arte come la musica, il teatro, il cinema, la letteratura, la poesia è sintesi emozionale della coscienza, è catarsi nello spaziotempo sempre-presente (Dio del Pensiero), è armonia tra ricordi passati e aspirazioni future. È evidente quando l’evoluzione percettiva giunge all’apice e la rappresentazione è in pieno equilibrio con il suo contenuto religioso, l’artista consapevole del suo potenziale rappresentativo, sconosciuto alla filosofia tradizionale e alla scienza fisica del ‘900, veste i panni del demiurgo e, non sottraendosi al dovere, cerca di ordinare i simboli e con essi l’esistenza umana fornendo al fisico, al filosofo e al teologo la rappresentazione di “dio”.

Nel tratto finale del percorso evolutivo percettivo di avvicinamento della ragione artistica alla coscienza, all’Amore puro del Pensiero (Dio), tappa obbligata per rappresentare l’“amore assoluto” dell’Energia (“dio”), si innestano le verità intuitive teologiche riguardanti ‘Dio’ della teologia cristiana e, filosofiche riguardanti l’Assoluto e le verità razionali della scienza fisica riguardanti lo spaziotempo relativo configurato dall’Energia; verità che si aggiungono all’intuizione emozionale sensibile dell’artista che sceglie di sperimentare e rappresentare lo stesso “dio”.

L'arte è l’espressione in cui l’Amore puro del Pensiero (Dio) è preso con immediatezza attraverso l'intuizione simbolica. Nell'arte, infatti, una determinata sensibilità emotiva si configura in maniera tale da lasciare trasparire una sempre maggiore “consapevolezza” rappresentativa dell’Amore puro, mentre le altre vie della conoscenza fisica, filosofica e teologica, prive della facoltà dì rappresentare, dimostrano tutta la loro inadeguatezza e il loro limite: non possono disegnare e scoprire l’“amore assoluto”dell’Energia (“dio”).

Le tappe fondamentali dell’evoluzione percettiva che disegnano il percorso trascendente di ritorno verso la rappresentazione dell'“amore assoluto” dell’Energia (“dio”), passando dall’Amore puro del Pensiero (Dio), coincidono con le cinque grandi determinazioni della Storia dell’Arte.


La prima determinazione risale al 2000 a.C. si riconosce nell’arte simbolica che storicamente corrisponde a quella orientale fino a quella egizia e trova nell’architettura la sua espressione caratteristica.

In questo periodo storico si inseriscono le verità dell’atto di fede dei Patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe, riferite alla percezione dell’Amore puro del Pensiero (Dio) testimoniato da ogni coscienza umana.

Con l’arte simbolica la ragione artistica non ha consapevolezza dell’Amore puro; per questo anche gli “oggetti” nei quali si tenta di rappresentarlo mostrano la loro sufficienza intuitiva e insufficienza razionale e possono essere osservati solo come simboli dai significati letterali sfuggenti.
Di fatto con l’arte simbolica inizia il percorso inverso della conoscenza rappresentativa: la ragione artistica inconsapevolmente si allontana dai segni simbolici intuitivi che rappresentano l’Amore assoluto, per disegnarli consapevolmente nella seconda metà del ‘900 d. C. dopo 4.000 anni di storia.


La seconda determinazione risalente al periodo compreso tra il 1000 a.C. e il 100 a.C. circa è l’arte classica, che si esprime prevalentemente nella scultura. Infatti, proprio attraverso la raffigurazione artistica del corpo umano e della sua perfezione (si pensi alle statue di Fidia o di Prassitele) l’arte classica giunge a realizzare il pieno equilibrio tra la rappresentazione intuitiva e il loro contenuto religioso razionale, tra i segni simbolici della bellezza e l’Amore puro testimoniato dall’increato Dio del Pensiero che la stessa arte ancora non può consapevolmente manifestare.

In questo periodo storico, 600 a. C. nasce in Grecia la filosofia dialettica con la quale l’uomo presume di dare risposte sulla conoscenza dell’Assoluto (“dio”) con la sola forza della ragione espressiva.

Con l'arte classica greca si raggiunge l'apice delle possibilità espressive nel campo dell’estetica riferita all’apparente corpo umano; con essa si raggiunge la massima aderenza possibile all'ideale bellezza, che, però, non rappresenta visivamente l’idea pura dell’Amore (Dio) ma raffinati segni estetici dai significati lessicali non ancora riconoscibili.


La terza determinazione risalente al periodo compreso tra il ‘800 e il ‘900 è l’arte romantica, la quale trova espressione soprattutto nella pittura, nella musica e nella poesia. Come già nell’arte simbolica, anche in quella romantica accade uno squilibrio tra rappresentazione e contenuto: non più, però, perché non si conosce adeguatamente l’Amore puro del Pensiero (Dio) che deve essere il contenuto della rappresentazione, ma perché si giunge alla consapevolezza che l’Amore puro, come contenuto, non può essere adeguatamente espresso con la sola rappresentazione intuitiva.
L’arte romantica trascura le rappresentazioni artistiche nelle quali l’elemento visibile è più forte, come l'architettura e la scultura, per concentrarsi invece su quelle in cui esso diventa sempre più tenue: nella pittura si perde la corporeità e rimane soltanto il colore, nella musica viene meno ogni dimensione figurativa e resta soltanto il suono; nella poesia anche la parola assume un’espressione mistica simile al suono. L’arte romantica segna la morte dell’arte tradizionalmente intesa; ciò non significa che dopo l’esperienza romantica non si possa più fare arte, ma significa soltanto che con essa si giunge disperatamente alla consapevolezza che l’arte, così com’è espressa, è inadeguata a rivelare rappresentativamente “dio”: l’universale invisibile nel particolare visibile dell’opera d’arte.


La quarta determinazione risalente all’inizio ‘900 è l’arte espressionista iniziata dai due corifei tedeschi, Paul Klee e Wassily Kandinsky, i quali eliminano le inadeguatezze della visione, come la materia e il tema della rappresentazione, e colgono l’Amore puro come il risultato della rappresentazione intellettuale. Con Klee e Kandinsky la ragione pratica dell’artistica equilibra le sue due parti, quella intuitiva e quella razionale. La rappresentazione, infatti, presenta il vantaggio di essere anche la via riflessiva, ragionata e privilegiata della conoscenza. Con Klee e Kandinsky la ragione pratica dell’artistica equilibra le sue due parti, quella intuitiva e quella razionale.
L’idea pura dell’increato Amore del Pensiero (Dio), che per definizione è pensiero che pensa se stesso, quindi riflessione o processo mistico, non è più dato soltanto dall'inconsapevole immediatezza della sensibilità percettiva ma, appunto, dalla consapevole riflessione razionale sull’intuizione rappresentata.
D'altra parte, la rappresentazione artistica è conoscenza riflessa, è disegno del particolare finito il quale nasconde in sé l’universale infinito: l’“amore assoluto” dell’Energia o “coscienza fisica” da rappresentare indagando l’Amore puro del Pensiero della coscienza umana.

In questo periodo, inizio ‘900 risale l’ultima scoperta della scienza fisica: lo spaziotempo unificato testimoniato dell’Energia madre dell’“amore assoluto” padre dell’universo.


La quinta determinazione risalente al 1975 è l’arte reale e il suo sviluppo universale; essa, nella Facoltà di Architettura di Rama a Valle Giulia, abdica la semplice funzione rappresentativa per assumere il più greve dei suoi compiti, conoscere visivamente l’“amore assoluto” dell’Energia (“dio”), indagando l’Amore puro del Pensiero della coscienza umana (Dio).
L’arte reale arricchendosi di nuovi approcci teoretici provenienti dalla scienza fisica (lo spaziotempo unificato testimoniato dell’Energia), coinvolge nella rappresentazione le entità naturali della conoscenza, ENERGIA, SPAZIO e TEMPO, che identificano l’“amore assoluto” dell'Energia e le pone alla riflessione rappresentativa. Rientra così nella ricerca artistica l’architettura.
L’architettura sin dalle sue origini è l’espressione rappresentativa in cui l’Amore puro del Pensiero della coscienza umana è colto sia con l’immediatezza dell'intuizione, sia con profonda riflessione.
Essa rappresentando su ampia scala la libertà e la bellezza, ha permesso all’artista studente in architettura, colpito dalla quinta determinazione dell’arte, di riflettere sostando all’interno dello spaziotempo naturale e architettonico rappresentato dal quale ha dedotto decisive considerazioni utili alla scoperta dell’“amore assoluto” di “dio” avvenuta alla fine dello stesso anno.


Sintetizzato il Percorso rappresentativo dell’Amore, si pone l’accento sul potenziale intuitivo/razionale dell’artista che costringerà fisici e filosofi a ristrutturare nuovamente l’edificio de La Conoscenza.


L’arte, è insieme intuizione simbolica affine al reale Assoluto della coscienza ed esperienza logica della ragion pratica dell’artista non affine all’apparente Relativo della natura che si osserva; se l’esperienza dell’artista fosse affine all’apparente natura, sarebbe illogica e irrazionale, come la ragione comune, che limitandosi al senso della vista crea i paradossi della sua esistenza. Il gesto creativo dell’artista, infatti, fa interagire le percezioni non visive della coscienza (natura) con le esperienze pratiche della ragione (mente), l’Amore interiore percepito con la Bellezza esteriore da rappresentare con il segno di matita, con il pennello e con lo scalpello.


L’arte è solo arte quando la coscienza madre propone le sue percezioni e la figlia ragione le rappresenta trasformandole in emozionanti esperienze visive senza fornire con la parola e il verbo, l’autentico significato lessicale dei segni, delle superfici, dei volumi e dei colori rappresentati.


L’arte è suprema conoscenza e assurgerà al suo legittimo rango quando indagando con la rappresentazione, le percezioni non visive della coscienza, le converte in emozionanti esperienze visive della ragione, trasformando il linguaggio naturale rappresentativo/simbolico in linguaggio razionale lessicale/logico da proferire con la parola e il verbo della testimonianza pura o assoluta: Amare.

Inequivocabilmente poiché l’emozionalità si basa sulla coincidenza rappresentativa tra percezioni non visive della coscienza e percezioni visive diffuse dall’ambiente e dagli “oggetti” naturali o creati dall’uomo, la ragione dell’artista-architetto può tradurre lo spaziotempo percepito dall’ambiente e dagli “oggetti” naturali e creati in parola e verbo. Ciò smentisce di fatto che con la ragione non si possa scoprire, rappresentare ed esprimere l’increato “amore assoluto” dell’Energia.

Si ricorda che la vera mente creativa dell’artista è a diretto contatto con la natura increata della coscienza e con le sue percezioni cioè con l’Amore puro del Pensiero nato a immagine e somiglianza dell’“amore assoluto” dell’Energia il quale essendo la fonte originaria di ogni rappresentazione, tutto configura, unifica e se decifrato nel significato dei suoi segni, tutto spiega.


In sintesi – Per conoscere l’Invisibile “amore assoluto” dell’Energia la ragione si è servita dei suoi tre singolari modi di ragionare esternati da menti diverse; agli albori delle civiltà si è servita della mente pratica dell’artista, dal 600 a. C. della mente metafisica del filosofo e dal ‘500 d. C. della mente teoretica dello scienziato. Queste menti indipendenti tra loro hanno istituito una sorta di staffetta; mentre la mente pratica della’artista ha evoluto la conoscenza percettiva dell'invisibile Amore puro disegnandola inconsapevolmente nelle opere d’arte le menti, metafisica del filosofo e teoretica dello scienziato, hanno stratificato i risultati della loro conoscenza intuitiva e razionale su testimoni o testi senza integrarla con la conoscenza rappresentativa dell’artista che è insieme intuitiva e razionale, percettiva ed esperienziale.

Nella seconda metà del ‘900 i testimoni della ricerca filosofica giunta al suo apice con Hegel (fine ‘700 inizio ’800) e della ricerca scientifica giunta al suo apice con Einstein (inizio ‘900) passano nelle mani dell’artista il quale fa proprio lo sforzo infruttuoso dei filosofi e fisici per giungere alla scoperta visiva dell’“Assoluto”.

L’artista quasi architetto riflettendo sull’emozione disegnata attraverso il segno, porta la ragione a rappresentare lo spaziotempo della coscienza e poi l’“amore assoluto” dell’Energia, coincidente con la forma dell’arte e dell’architettura, con l’Assoluto della filosofia, con lo spaziotempo assoluto della fisica e con “dio” della teologia naturale; il tutto rappresentato da un solo “oggetto”: da ogni “particella” elementare.

È la svolta! L’uomo con il “Viaggio nello spaziotempo della natura”, sintetizza lo stato attuale della conoscenza fisica e filosofica e, con “La Suprema ricerca dell’arte” completa il percorso rappresentativo trascendente dell’Amore, quello di ritorno e incontra “dio”: l’“amore assoluto” della fisica.

Torna su



La scoperta di “dio”


Nel 1975, un artista studente in architettura, fatte proprie le due ultime scoperte della scienza fisica, lo SPAZIOTEMPO relativo e l'ENERGIA che lo configura, abdica la sua attività estetica per dare soluzione all’insostenibile irrazionalità umana disegnando non l’apparente visibile della natura, né l’immaginario della mente ma il reale invisibile l’“amore assoluto” dell’Energia, l’l'Assoluto della filosofia, forma dell'arte e dell’architettura, spaziotempo assoluto della fisica, "dio" della teologia naturale.

Per iniziare l’ultima parte del percorso che riguarda la scoperta rappresentativa di “dio”, occorre conoscere l'ENERGIA e lo le due certezze della conoscenza fisica: l’Energia e lo spaziotempo configurato dalla stessa Energia. Su queste certezze della fisica baseremo ogni rappresentazione e deduzione lessicale.


L’Energia

Che cos’è l’Energia?

- L’Energia invisibile madre dell’universo affine al Pensiero è il Nulla che si differenzia originando lo spazio con il movimento del tempo.

- Inversamente! Il Nulla è Energia indifferenziata in cui lo spazio è inamovibile e il tempo è fermo, non scorre. Il Nulla è sempre-presente oltre i confini dell’universo.

- Conseguentemente! Lo spazio è connaturato all’Energia che muove il tempo; il tempo è connaturato all’Energia che muove lo spazio.

Lo spazio e il tempo connaturati al moto dell’Energia sono inscindibili.

Tutto ciò che esiste, dal limitatamente piccolo all’immensamente grande dell’universo visibile e invisibile, è spaziotempo configurato dell’Energia.

Poiché l’Energia configura il più piccolo spaziotempo esistente nell’universo da riferirsi, con assoluta certezza a ogni “particella” elementare di Energia e, giacché la parola “elementare” indica l’indivisibilità dello spaziotempo che le configura; il «primo motore» dell’universo è dato dalla testimonianza del moto dell’Energia che rappresenta lo spazio, modellandolo con il tempo in un tutt’uno di Energiaspaziotempo.

Nell’unico termine, Energiaspaziotempo, posto a fondamenta dell’universo e al vertice del vocabolario, le tre entità naturali, Energia, spazio e tempo riscontrano la stessa rappresentazione scoperta dalla riflessione artistica.


Lo spaziotempo

Lo studio delle “particelle” elementari di Energia che configurano tutti gli atomi esistenti in natura, dai più “leggeri” ai più “pesanti”, dà l’opportunità di riflettere sul loro movimento rotazionale. Nel movimento rotazionale delle “particelle”, e orbitale dei pianeti riferiti a dei centri, non esiste né il primo né il dopo; in assenza di eventi causali, in natura esiste soltanto il sempre-presente ovvero il tempo infinito della testimonianza che modella lo spazio finito dell’esistenza: lo SPAZIOTEMPO. Lo spaziotempo, pieno di “particelle” di Energia e dalle loro interazioni elettromagnetiche, configura dagli atomi all'intero universo, compresi gli “oggetti” visibili e tutti gli organismi viventi vegetali e animali.


Con lo studio della chimica inorganica e organica a un singolo atomo si aggiunge il secondo, ai due atomi si aggiunge il terzo, il quarto ... e, allo scheletro carbonioso dell’atomo di carbonio, se ne aggiungono tanti, quanti sono necessari a originare la vita.

Spaziotempo è quello geodetico o sferico dell’atomo configurato dalle “motrici” dell’universo (“particelle” elementari), viaggianti a velocità prossima a quella della luce; spaziotempo è quello geodetico o sferico denso di incommensurabili atomi che rappresenta soli, lune, pianeti e galassie del nostro universo; spaziotempo è quello delle molecole e biomolecole costituite da più atomi; spaziotempo è quello che configura ogni organismo vivente animale e vegetale in ogni sua parte interna e in ogni particolare esterno; spaziotempo pieno di Energia è la montagna, un sasso, un albero, le sue foglie, ogni petalo di rosa; spaziotempo è la bella superficie di un corpo femminile e i segni che caratterizzano il suo sorriso. Spaziotempo è tutto ciò che è nell’universo; ciò che non è spaziotempo non esiste in natura, può sussistere soltanto perché immaginato nella mente irrazionale dell’uomo come il “tempo” separato dallo “spazio”.

Spaziotempo è tutto ciò che è visibile e invisibile!

Spaziotempo è anche quello che interconnette tutto ciò che è stato menzionato. Lo spaziotempo di interconnessione planetaria e intergalattica, apparentemente vuoto, è modellato dall’energia magnetica/gravitazionale emanata dalle varie masse di atomi (astri) esistenti nell’universo; in questo spaziotempo trova riscontro la fascinosa “teoria della relatività generale” di Albert Einstein la quale certifica che un corpo “celeste” denso di Energia produce l’effetto di curvare lo spaziotempo che lo circonda e, poiché lo spazio non può essere mai separato dal tempo, anche il tempo è influenzato dallo spazio curvo e scorre in esso con ritmi differenti in punti diversi dell’universo.

Occorre, quindi, distingue l’apparente spaziotempo “pieno” di Energia dall’apparente spaziotempo “vuoto” di Energia entrambi increati in perenne mutamento e iniziare a prendere, responsabilmente, distanza da ciò che, immaginato dall'uomo, non esiste in natura: lo “spazio” cartesiano vuoto di contenuti separato dal “tempo” lineare privo di emozioni.

C’è uno di voi lettori che ha osservato in natura una mela cubica e riconosciuto una banana in un parallelepipedo allungato? C’è uno di voi lettori che ha osservato in natura una linea retta?

L’uomo è approdato nel terzo millennio e ancora deve istruirsi a distinguere lo spaziotempo increato denso di Energia, il “pieno”, dallo spaziotempo visivo meno denso di Energia cioè dall'apparente “vuoto” facilmente misurabile e percorribile; Illuso dalla vista e dai sui facili spostamenti converte lo spaziotempo visivo della natura, in spaziotempo creativo e immagina lo “spazio” scisso dal “tempo”. Allo “spazio” denso di energia rappresentato da “oggetti” e da tutti gli organismi viventi, visibili alla luce riflessa, gli assegna un nome per distinguerli e al “tempo” sempre-presente della testimonianza il verbo della loro funzione da vivere secondo un passato che non c’è più, un presente che è soltanto ora e un futuro che non c’è ancora.


Verso la scoperta

La scienza fisica nel suo percorso inverso della conoscenza, che dall’apparente natura visibile porta al reale invisibile, all’increato “dio” dell’Energia, ha individuato due sistemi, due modelli diversi di mettere in relazione le entità naturali ENERGIA, SPAZIO e TEMPO su cui si fonda ogni conoscenza.


Nei sistemi inerziali come la Terra, dove non si avverte nessun movimento, è ancora valido il modello newtoniano meccanicistico dell’universo. Nello “SPAZIOassoluto” di questo modello le leggi fondamentali del moto dell’“ENERGIA” meccanica muovono gli “oggetti solidi” secondo un “TEMPO assoluto”.

Con questo modello, inesistente in natura, si è sviluppata tutta la tecnologia disponibile e la Cultura spazializzata sfociata, per aver superato il consentito, nell’irrazionalità.


Nei sistemi relativi del modello einsteiniano, l’ENERGIA di interazione elettromagnetica configura lo SPAZIOTEMPO che, connettendo “particelle” elementari, rappresenta atomi, sistemi planetari, galassie e ogni configurazione dell’universo fisico e della natura vivente.


È chiaro! Non si conosce il modello della genesi, il sistema assoluto in cui le tre entità naturali presentano la medesima rappresentazione: l’Energia muove lo spazio, modellandolo con il tempo sempre-presente in un tutt’uno di ENERGIASPAZIOTEMPO. Non si conosce la rappresentazione dell’unico termine testimoniato dallo sconosciuto e increato dio dell’Energia.


Sistema Inerziale
Energia – spazio – tempo
Sistema Relativo
Energia - spaziotempo
Sistema Assoluto
?


L’uomo all’inizio del terzo millennio, nonostante la certezza proveniente della scienza fisica secondo cui l’invisibile Energia madre dell’universo configura ogni spaziotempo, non riesce ancora a concepire l’esistenza dei sistemi assoluti configurati dall’unico termine, dall’ENERGIASPAZIOTEMPO rappresentato dallo spaziotempo assoluto che identifica l’increato “dio” dell’Energia.

È evidente soltanto la scoperta rappresentativa del termine unico tradotta in espressione, rivela la filosofia della vita che annichilisce tutti i mali nati dall’ignoranza dell’uomo apparente.


Esiste, come già sintetizzato, solo un percorso per rappresentare l’increato “dio” dell’Energia che non si basa sulla sperimentazione scientifica o sulla dissertazione filosofica.
La scienza fisica e la filosofia paradossalmente non considerano il principio dell’esatta conoscenza: ENERGIA = PENSIERO NATURA = MENTE. Questo principio è soddisfatto dall’uomo artista e architetto, dal rapporto tra l’increata coscienza (NATURA) e la creativa ragione (MENTE).


Per rappresentare l’“amore assoluto” di “dio", esprimere la sua “filosofia” e avviare la “rivoluzione” culturale della quale si ha estrema necessità, le rappresentazioni dell’Energia devono coincidere con le espressioni del Pensiero, le rappresentazioni della natura con le espressioni della mente, lo spaziotempo simbolico rappresentato dall’increata coscienza (natura) con la parola e il verbo espresso dalla creativa ragione (mente).


Se la parola e il verbo espresso dalla ragione si identifica con lo spaziotempo rappresentato dalla coscienza, cioè dall’increato Dio del Pensiero, la rappresentazione dell’increato “dio” dell’Energia è alla portata dell’uomo; quindi, per rappresentare ed esprimere, con la “parola” e il “verbo” della ragione, la “filosofia” dell’invisibile e increato “dio” dell’Energia occorre rendere visibile con la rappresentazione lo spaziotempo simbolico della coscienza umana, dell’increato Dio del Pensiero, unica realtà esistente nell’apparente natura visibile nata a immagine e somiglianza dell’increato “dio” dell’Energia o “coscienza fisica”.


Dopo una lunga ricerca grafica l’artista intuitivo dalla mente riflessiva di architetto, indagando con la rappresentazione le percezioni della coscienza riferite all’ambiente visivo naturale e creato, perviene alla rappresentazione dello spaziotempo dei sentimenti, introducendo l’origine dello “spazio” e del “tempo”.

Senza l’origine non si può rappresentare lo spaziotempo dei sentimenti della coscienza.


L’uomo percepisce i sentimenti quando sosta in uno spaziotempo divergente e convergente configurato da volumi, superfici e segni; osservando lo spaziotempo convergente all’origine, percepisce simbolicamente il suo passato, la sua storia, i suoi ricordi; osservando lo spaziotempo divergente dall’origine, percepisce simbolicamente il suo futuro, il suo avvenire, le sue aspirazioni.


Se lo spaziotempo convergente coincide con il passato, se lo spaziotempo divergente coincide con il futuro, se configurando il primo spaziotempo si rappresenta anche il secondo e viceversa, evidentemente dall'interazione opposta complementare tra spaziotempo passato e futuro, rappresentati dal medesimo spaziotempo, scaturisce il sempre-presente della testimonianza espresso dalla coscienza umana.


2.jpg


Lo spaziotempo convergente rappresenta il passato, la storia, le conquiste fatte, le esperienze vissute, la tradizione, lo spazio dei ricordi che si interpreta nel presente secondo le nostre aspirazioni future.

Lo spaziotempo divergente rappresenta il futuro, l’avvenire, le conquiste da fare, le esperienze da vivere, lo spazio delle aspirazioni che si interpreta nel presente secondo le proprie tradizioni passate.

Lo spaziotempo interattivo rappresenta il sempre-presente.


Poiché la coscienza è l’unica realtà esistente nel mondo dei sensi, e la realtà si rappresenta con la forma, l’indagine artistica, libera e universale, è il tentativo continuo attraverso il quale la coscienza madre, realtà invisibile del Pensiero, con la collaborazione della figlia ragione rivela la sua forma.


Così è stato. Durante l’albeggiare a Roma di un giorno indimenticabile, l’artista studente in architettura, osservando per l’ennesima volta la rappresentazione dello spaziotempo dinamico della coscienza umana riferito all’ambiente visivo apparentemente statico, ricorda che l’increata coscienza è l’unica realtà esistente nell’apparenza della natura e come l’increato "dio" dell’Energia si rappresenta con la forma.

Il reale appare, la forma si configura, l’universale si fa particolare”, comprende così con forte emozione di aver scoperto i significati spaziotemporali della forma fisica e con essi la “forma significato”.


3.jpg


La forma significato è una scoperta preziosa di inestimabile valore intellettuale, è la chiave che apre lo scrigno della conoscenza non visiva; è l’interfaccia che, accostando i due universi paralleli della natura e della mente dà, appunto, significato all’esistenza. Essa rappresentando i sentimenti, traduce in parola e verbo il “linguaggio” rappresentativo naturale della coscienza umana in linguaggio espressivo della ragione:


Lo spaziotempo passato convergente all’origine rappresenta il sentimento dei ricordi.
Lo spaziotempo futuro divergente dall’origine rappresenta il sentimento delle aspirazioni.
Lo spaziotempo sempre-presente interattivo rappresenta il sentimento dell’amore.


La forma significato rappresenta lo spaziotempo naturale e dinamico dei sentimenti della coscienza umana riferiti all’ambiente visivo apparentemente statico; il suo spaziotempo è “tradotto” dalla ragione in parola e verbo passato, futuro, sempre-presente e dalla coscienza in sentimenti ricordare, aspirare, amare; con essa la ragione supera il visibile e, accostandosi alla coscienza, all’increato Dio del Pensiero si avvicina all’increato “dio” dell’Energia.

La rappresentazione dell’“amore assoluto” è sulla punta della matita.


La forma significato, unificando attraverso l’origine due entità rappresentative della natura, lo spazio e il tempo, conferma che la via della sperimentazione percettiva è quella giusta. Se l’Energia, con il suo movimento, deve necessariamente configurare lo spazio modellandolo con il tempo in un tutt’uno di Energiaspaziotempo, e la forma significato rappresenta lo spaziotempo sempre-presente naturale espresso anche dalla coscienza umana, si conferma l’esistenza dei sistemi assoluti o polari rappresentati dallo stesso unico termine, dall’Energiaspaziotempo posto a base dell’universo e al vertice del vocabolario.


Sistema inerziale
Energia – spazio – tempo
Sistema relativo
Energia - spaziotempo
Sistema assoluto o polare
Energiaspaziotempo


Come si può sperimentare e certificare l’esistenza dei sistemi assoluti configurati dall’Energiaspaziotempo?

La forma significato rappresenta lo spaziotempo sempre-presente dell’increato Pensiero della coscienza in cui i due termini spazio e tempo già coincidono; quindi, è sufficiente, sostituire il PENSIERO con l’ENERGIA e considerare la stessa forma significato come la “tecnologia” intellettuale dell’invisibile che ci permette di sperimentare graficamente le fondamenta della natura cioè l’increato “dio” dell’Energia.


Per sperimentare e conoscere come si testimoniano e rappresentano il limitatamente piccolo dei sistemi assoluti delle “particelle” elementari, non resta che unire l’Energia allo spaziotempo rappresentato dalla forma significato e seguire la sua espressione, partendo dall’origine.

Al termine unico (Energiaspaziotempo), posto al vertice di tutte le configurazioni dell’universo, si assegnano i significati spaziotemporali della forma (passato, futuro, sempre presente) e i sensi convenzionali () riferiti alla direzione dello spaziotempo:

Energiaspaziotempo convergente = ← passato
Energiaspaziotempo divergente = futuro →
Energiaspaziotempo interattivo convergente e divergente = sempre-presente ↔ →←


Ci siamo! Con la forma significato si supera il visibile, e senza dubbi ci si incammina per incontrare “dio”, l’“amore assoluto”.


La scienza fisica del secolo scorso, per scoprire le fondamenta della natura, cioè "dio" dell’Energia, ha sperimentato l’esistenza di un numero ancora imprecisato di “particelle” elementari, annoverando tra esse anche quelle a “vita breve” nate nei suoi laboratori.


Le “particelle” elementari sono quantità di Energia indivisibile che, configurando uno spaziotempo limitatamente piccolo, si testimoniano stabilmente per l’intero anno cosmico.


Confermato il nome di “particella” elementare all’“oggetto” da scoprire, con forte emozione si sperimenta la sua rappresentazione.


Per scoprire l’esatta rappresentazione della “particella” elementare, l’artista-architetto rappresenta sul foglio bianco la “forma significato” e la direzione del suo spaziotempo; poi immagina di far coincidere l’Energia con l’origine della stessa. Il termine unico, l’“Energiaspaziotempo”, si visualizza nell’origine, e “attende” di diffondersi seguendo l’unica direzione spaziotemporale della “forma significato”.

Sono stati sufficienti pochi attimi di riflessione e l’esperimento, visualizzato dalla matita, è iniziato.


--- Espressione --- L’energiaspaziotempo, con riferimento alla forma significato, segue l’unica direzione di diffusione spaziotemporale e, divergendo dall’origine, espande il futuro; per non dissiparsi (morte energetica), necessariamente contrae il passato, convergendo verso la nuova origine rigeneratrice posta nel futuro.

L’energiaspaziotempo, nella nuova origine, si rigenera ed espande nuovamente il futuro, per poi contrarre di nuovo il passato, ripetendosi così per la durata dell’intero anno cosmico.

L’energiaspaziotempo, attraverso le incommensurabili origini rigeneratrici, testimonia il continuo susseguirsi di nascita e morte rigeneratrice, espressione del sempre-presente spaziotempo assoluto.


--- Rappresentazione --- 4.jpg


L’Energiaspaziotempo di “dio” si inverte tra due origini rigeneratrici: la “particella”, tra le incommensurabili origini rigeneratrici, diverge prima il futuro e poi converge il passato, invertendo lo spaziotempo.


L’Energiaspaziotempo di “dio” si rigenera tra due momenti di massima espansione,: la “particella” prima converge il passato verso l’origine, e poi diverge il futuro dalla stessa origine, rigenerando lo spaziotempo.


Con la continua inversione e rigenerazione, ogni “particella” elementare di energia esprime e testimonia il sempre-presente spaziotempo assoluto o polare.


--- Testimonianza --- La “particella” inverte l’Energiaspaziotempo tra due origini rigeneratrici; anteponendo il futuro al passato, la “vita” alla “morte”, rappresenta lo stato puro dell’“eterna intuizione” della testimonianza.

La “particella” rigenera l’Energiaspaziotempo tra due istanti di massima espansione; rigenerando il passato nel futuro, la “morte” nella “vita”, rappresenta lo stato puro dell’“eterna esperienza” della testimonianza.

Il termine espressivo equivalente a quello rappresentativo della testimonianza fisica è “amare” e in "dio" l'"amore" è “assoluto”, è la realtà la cui esistenza non dipende da nessun'altra, esiste in sé e per se medesimo.


Ogni “particella” elementare, attraverso lo spaziotempo assoluto sempre-presente, testimonia lo stato puro dell’“eterna intuizione” e dell’“eterna esperienza” dell’“amore assoluto” (testimonianza fisica), posto a fondamenta della natura visibile e invisibile.


Là dove c’è un’intuizione e un’esperienza, c’è un pensiero; e dove c’è un pensiero, c’è una coscienza; e dove c’è una coscienza, c’è una mente. Ogni “particella” elementare di energia è “mente e coscienza fisica”; testimonia il reale, rappresentato dalla forma fisica, espressione dell’universale che configura, unifica e spiega tutto; riconoscendo alla “particella” la rappresentazione del «motore» dell’universo si può assegnare, in sintesi, soltanto una parola: “Dio”.
A “dio”, poiché antepone tutto il “pensabile” della natura (futuro) al “pensato” (passato), si può assegnare soltanto il verbo della testimonianza e della sua funzione fisica: “Amare”.


L’increato “dio” dell’Energia, "amore assoluto" visibile e comprensibile, non ha sembianze umane!

Che cosa cambia nell’uomo?

Nell’uomo cambia l’esistenza. L’uomo ha ciò che "dio" non ha! Ha gambe per camminare, braccia per lavorare, occhi per vedere, orecchie per sentire e bocca per parlare; l’uomo ha la corporeità necessaria per godere il padre suo e la bellezza del suo increato Paradiso. “Dio”, viceversa, non ha bisogno di gambe per camminare, di braccia per lavorare, di occhi per vedere, di orecchie per sentire e di bocca per parlare. “Dio” è sprovvisto delle umane sembianze perché è “solamente” incondizionato e illimitato “amore” che costruisce senza decidere, senza usare le braccia, senza vedere, senza comandare; altrimenti che “dio” sarebbe?


“Dio”, nonostante sia privo delle sembianze umane, ci somiglia.

«”Dio” ci somiglia quando non consideriamo l’uomo nel suo aspetto materiale, il quale rende l’uomo impenetrabile all’uomo, e lo può dividere dal suo simile».

La sua somiglianza si riscontra nell’increato Dio del Pensiero testimoniato dalla nostra increata coscienza, nell’apparente complessità di tutte le esperienze e percezioni espresse dalla coscienza umana coincidenti con l’estrema semplicità dell’unica “esperienza” rappresentata da “dio” o “coscienza fisica”: Amare.

La coscienza umana è a immagine e somiglianza della “coscienza fisica” cosicché anche il corpo dell’uomo è l’immagine della bellezza dell’“amore assoluto” di “dio” che lo configura.

L’uomo, se esclude il suo corpo, è l’immagine di “dio”. “Dio” dell’Energia, pur non sentendo, non vedendo e non parlando, ci ha sempre guidato, dialogando con noi attraverso la nostra increata coscienza.


In sintesi - L’increato “amore assoluto” si riscontra nel limitatamente piccolo dell’universo, in ogni “particella” elementare rappresentata dallo spaziotempo dei sistemi assoluti o polari (3a dimensione).

Le “particelle” elementari, con dinamiche interazioni elettromagnetiche nucleari, atomiche, elettriche, magnetiche e gravitazionali, si relativizzano intorno a centri orbitali, testimoniando lo spaziotempo dei sistemi relativi (2a dimensione) configurati dagli atomi all’intero universo, fisico e vivente.

“Dio” dell’Energia, testimonianza dello stato puro o assoluto della forma reale della “coscienza fisica”, che con la sua incommensurabile e armoniosa moltitudine configura il tutto, su un sistema inerziale come la Terra (1a dimensione), con l’evoluzione fisica, chimica e biologica degli esseri viventi, diviene configurazione apparente nello “stato di non-coscienza” della natura provvidente nel suo vero significato: “Sogno” di “dio” che l’uomo deve rendere reale realizzando in esso il suo sogno: Lo Stato provvidente (Sommo Bene).

Nel Paradiso terrestre l’“amore assoluto” dell’invisibile “dio” diviene “bene relativo” testimoniato da tutta la natura visibile, l’“Essere assoluto” (“dio”) diviene “non-Essere relativo” (uomo), conseguentemente:

"dio", universale diviene particolare.
“dio”, forma diviene configurazione.
“dio”, il reale diviene apparente.
“dio”, “coscienza fisica” diviene “stato di non-coscienza” della natura. “Sogno” di dio = Paradiso.
"dio", semplicità assoluta diviene complessità apparente.


Con la scoperta rappresentativa dell’“amore assoluto” si conciliano i due universi paralleli quello della mente e della natura e si pone fine definitivamente alla separazione tra soggetto e “oggetto”, che è stata la croce di tutta la filosofia dialettica post-kantiana e ancora crocifigge l’odierna umanità la quale soltanto dall’unione dell’uomo con “dio” può trarre la sua redenzione, il suo benessere, la sua felicità.

Torna su



Moto immutabile, mutamento e movimento


Era prevedibile! “Dio” stesso, il massimo che è nel minimo, dimostra quanto sia importante la qualità, l’armoniosa testimonianza dell’“oggetto”, indipendentemente dalla sua quantità e dimensione.

“Dio”, con la sua incommensurabile moltitudine, per “costruire” e per testimoniare noi e tutto l’universo non usa metri per valutare distanze né orologi per misurare i tempi della sua azione; è il logos che misura tutto attraverso, lo spaziotempo incommensurabile dell’“amore assoluto” sempre-presente.


Nell’universo esistono tre livelli integrati di rappresentazione del sempre-presente: quello dei sistemi assoluti, rappresentati da ogni “particella” elementare, cioè dal moto immutabile dello spaziotempo assoluto o polare di “dio”; quello dei sistemi relativi, rappresentati dall'universo fisico e vivente, cioè dal mutamento dello spaziotempo relativo testimoniato da “dio” insieme alla sua incommensurabile e armoniosa moltitudine. Infine il sempre-presente rappresentato da “dio” nei sistemi inerziali, ed espresso dall'uomo quando osserva gli “oggetti” e il loro movimento nello “spazio” attraverso il “tempo” sempre-presente della coscienza, cioè quando l’uomo, non essendo illuso dall'apparente evidenza visiva che separa il “tempo” dallo “spazio”, esprime consapevolmente la bellezza del suo Paradiso.


“Dio” dell’Energia configura ogni fenomeno visibile e invisibile attraverso il movimento dello spaziotempo sempre-presente assoluto, relativo, inerziale. È lo spaziotempo sempre-presente, come già asserito, che rappresenta la natura visibile e invisibile, a dare spiegazione e soluzione definitiva al problema millenario sulla misurazione del “tempo” separato dallo “spazio”.

Il sempre-presente nasce dal moto immutabile rigenerativo spaziotempo assoluto di “dio” e si presenta con un metro e un orologio beffardo, poiché in “dio” il poi (futuro) precede il prima (passato). Il metro di “dio” inverte ogni istante l’ordine dei numeri e il suo orologio inverte ogni istante il senso delle lancette.

“Dio” non ha “strumenti” di misura

Il moto immutabile di “dio”, insieme alla sua incommensurabile e armoniosa moltitudine, con immanenza diviene perenne mutamento della natura visibile e invisibile, cioè sempre-presente orbitale (spaziotempo relativo che rappresenta atomi, molecole, biomolecole, sistemi planetari, galassie, universo), e sempre-presente riproduttivo (spaziotempo inerziale relativo all’ambiente che modella le specie viventi).

Tutta la natura fisica e vivente rappresentata dallo spaziotempo relativo e inerziale dimostra di possedere un orologio e un metro flessibile, non adeguato alla misurazione umana poiché esso nella natura stessa; si vede in nostro figlio o nell'albero che cresce.

Il mutamento dell’universo fisico e vivente su un sistema inerziale come la Terra, testimonia la naturalità del sempre-presente: tutti gli esseri viventi animali dotati di movimento vivono istintivamente lo spaziotempo sempre-presente, e la durata del tempo in cui avviene ogni azione coincide con la distanza.

Una tigre che abbatte una preda, non misura né lo spazio necessario né il tempo dell’azione; essa con il suo istinto, vivendo lo spaziotempo sempre-presente della natura, consuma una dose di energia in un relativo spaziotempo.

Il mutamento evolutivo della specie umana ha separato l'uomo (mente) da "dio" (natura) e l’uomo, illuso dall'apparente stato visivo, ha separato il “tempo” del movimento dallo “spazio”.

La loro separazione ha convertito lo spaziotempo increato in “spazio” e “tempo” creativo, che l’uomo non ha saputo circoscrivere nella sua semplice funzione ordinatrice; nonostante ciò, la loro separazione ha instradato l’uomo sulla via della conoscenza e lo ha arricchito delle emozioni dell’increata coscienza.

Allo “spazio” e al “tempo” della ragione visiva, l’uomo ha corrisposto un metro e un orologio rigido, esterni alla natura, che però non riescono a misurare l’incommensurabilità dei sentimenti.


Il sempre-presente assoluto come moto immutabile di “dio”.
Con la scoperta dello spaziotempo assoluto di dio (sempre-presente), hanno soluzione definitiva le aporie sulla natura e sulla misurazione del “tempo” separato dallo “spazio” dibattute per secoli.
L’impossibilità di dare una risposta al problema sulla misurazione del “tempo”, separato dallo “spazio”, dipende semplicemente dal fatto che tale tempo non esiste in natura.
In natura il passato e il futuro spaziotemporale interagiscono nel sempre-presente testimoniato dalla stessa natura fisica e vivente e dalla coscienza umana.
Nell’increato “dio” dell’Energia, “amore assoluto”, e nell’increato Dio del Pensiero, Amore puro, lo spaziotempo passato e lo spaziotempo futuro interagiscono nell’eterno sempre-presente della testimonianza che è soltanto Amore.
Nella sempre-presente “coscienza fisica” (“dio”) e nella coscienza umana (Dio), poiché in esse il poi (futuro) precede il prima (passato), non esiste orologio e metro rigido misurante, ma l’amore incommensurabile del sempre-presente che identifica l’uomo con “dio”, con i propri fratelli, con la natura e con l’intero universo.
Lo spaziotempo di “dio” sempre-presente coincide con l’istante che non è un punto, o un numero, o la distanza tra due punti, o un segmento di retta, ma è un limitatamente piccolo volume fusiforme che “beffardamente e allegramente”, anteponendo il futuro al passato, compare e scompare nelle incommensurabili origini rigeneratrici.
“Dio” dell’Energia, se avesse un orologio, invertirebbe in ogni istante il senso delle lancette, se avesse un metro, invertirebbe in ogni istante l’ordine dei numeri.
“Dio” non misura né Il tempo né lo spazio è solo spaziotempo sempre-presente cioè Amore incommensurabile.


Il sempre-presente relativo come mutamento della natura visibile e invisibile.
Il sempre-presente relativo naturale si identifica con il movimento ciclico e il mutamento dell’intero universo. Considerando il mediamente e l’immensamente grande dell’universo, a ogni orbita corrisponde un determinato “tempo”: il giorno a quella della terra; il mese a quella della luna; l’anno a quella del sole; ma il giorno, il mese, l’anno si ripetono continuamente, quindi al movimento ciclico si deve associare il sempre-presente relativo; se il movimento ciclico è misurato e datato, cioè spazializzato secondo un passato, un presente e un futuro, non si distingue lo spaziotempo sempre-presente di “dio”, che nell’orbita di un corpo celeste non ha né il prima né il poi.
Il sempre-presente, però, è anche mutamento, è anche nella cosa che muta, e si trova ovunque.
Il mutamento dello spaziotempo si nota nella pianta che si ingrandisce, nel figlio che cresce, nel corpo che invecchia; quindi, è anche evidente che il tempo modella lo spazio secondo un mutamento preordinato, secondo la volontà pura della “coscienza” oggettiva di “dio” sempre-presente, che agisce all'interno degli “oggetti”, indipendentemente e dalla coscienza e ragione soggettiva.
Al tempo ciclico naturale o del mutamento corrisponde allora un orologio elastico, che non è al polso del soggetto, ma nella natura degli “oggetti” e di tutto l’universo, che non misura né il prima, né il poi.


Il “tempo” come movimento della ragione visiva, separato dallo spazio.
Il tempo del movimento separato dallo spazio è quello della ragione visiva; esso si compone di passato che non esiste più e di futuro che non esiste ancora; qualsiasi parte di tempo come movimento appartiene al passato o al futuro. Si potrebbe pensare che esista il presente, che divide passato e futuro; ma il presente è un elemento infinitesimale, non è una parte di tempo, così come il punto non è parte di una retta.
È impossibile che in natura esista qualcosa di cui non si trovano le parti, in questo caso passato, presente e futuro; ma il tempo non è pensabile senza movimento; esso è una “proprietà” del movimento; infatti, quando si dorme profondamente, non si avverte il trascorrere del tempo.
Il problema è determinare in che senso il tempo sia proprietà del movimento ovvero in che rapporto il primo diventa il secondo e viceversa. Esiste una connessione tra movimento di un corpo, distanza percorsa, e tempo del movimento (durata). In tutti e tre i casi ci troviamo di fronte a grandezze continue: in primo luogo è la distanza; poi è il movimento, poiché si svolge lungo una grandezza continua (la distanza); infine, è il tempo, inteso come durata di un movimento. Tra queste grandezze è quindi possibile stabilire un rigoroso rapporto di corrispondenza reciproca, al quale corrisponde un “prima” e un “poi” del movimento, cioè momenti successivi del tempo. Distinguendo nel movimento un “prima” e un “poi”, noi individuiamo due istanti separati da un intervallo che non coincide con essi e di cui essi rappresentano gli estremi. Noi definiamo questo intervallo periodo o “lasso di tempo”.
Il tempo, concepito come intervallo tra due istanti, ci permette di misurare il movimento, il quale si misura con una grandezza che è il numero; dunque, il tempo della ragione visiva può esser definito come il “numero del movimento, misurante secondo il prima e il poi”; quindi, essendo lineare e spazializzato, annichilisce la temporalità delle emozioni, delle sensazioni e dei sentimenti.
Al “tempo” misurante spazializzato, inesistente in natura, corrisponde un orologio rigido posto al polso del soggetto, il quale ordina gli eventi, appunto, secondo il prima e il poi della ragione ingannata dal senso della vista; poiché la comprensione dei fenomeni non dipende da “dio” ma dall’interpretazione dell’uomo, se il “numero del movimento, misurante il prima e il poi” si sottopone allo spaziotempo sempre-presente della coscienza, è la stessa coscienza ad associare al numero del movimento che misura il prima il “tempo” passato dei ricordi e al numero del movimento che misura il poi il “tempo” futuro delle aspirazioni. Scompare così il “tempo” misurante spazializzato, perché semplicemente inesistente, e resta quello del movimento interiore di “dio” e della coscienza: il sempre-presente che alimenta l’incommensurabilità delle emozioni, delle sensazioni e dei sentimenti.


L’increato “dio” dell’Energia non misura e non discrimina; esso esprime l’incommensurabile spaziotempo sempre-presente dell’“amore” (testimonianza) diffuso, grande quanto l’universo.

Lo spaziotempo passato interagisce con il futuro, nel moto immutabile del sempre-presente, rappresentato da “dio” (“coscienza fisica”) nel limitatamente piccolo, ed espresso dalla coscienza umana nell’immensamente grande dell’universo.

Nella coscienza umana, il tempo della ragione limitata dal senso della vista, cioè il passato che non c’è più, l’istante sfuggevole del presente che non c’è e il futuro che non c’è ancora, si dissolve nel sempre-presente. Il sempre-presente dell’amore di “dio” dà soluzione al problema inesistente sulla misurazione del “tempo” della ragione, colmandolo di incommensurabili sentimenti: il passato diventa prezioso di ricordi e il futuro ricco di aspirazioni.

Se l’uomo continua a dosare con strategica cupidigia la sua energia, misurando la temporalità delle sue attività con un orologio rigido genera un “tempo spazializzato” inesistente in natura e la sua “misurazione” diventa un problema etico/estetico irrisolvibile perchè non modella con il tempo sempre-presente dell'Amore lo spazio della nostra esistenza.

Torna su



La relazione tra “dio” e l’uomo


Nell’universo esistono due divinità l’increato “dio” dell’Energia o “coscienza fisica”, testimoniato da ogni “particella” elementare che agisce nel buio del limitatamente piccolo, e l’increato Dio del Pensiero, testimoniato da ogni coscienza umana che agisce nella luce dell’immensamente grande dell’universo. L’increato “dio” dell’Energia, in assenza di volontà e con il sacrificio di se stesso, insieme alla sua armoniosa moltitudine rappresenta ogni spaziotempo invisibile e visibile, dall'atomo a ogni essere vivente, mentre l’increato Dio del Pensiero essendo anch'esso increato è percepito simbolicamente dalla coscienza umana che cerca di esprimerlo con la ragione.


Le due divinità o coscienze, nate spontaneamente in assenza di volontà, nonostante la loro natura increata e sebbene "dio" cunfiguri l'uomo, non manifestano nessuna interazione polare diretta di tipo fisico: l’uomo, il creativo Dio della ragione, può con libero arbitrio imitare lo spaziotempo del linguaggio” rappresentativo di "dio" dell'Energia manifesto anche dal suo Dio del Pensiero (coscienza) e tradurlo in linguaggio espressivo ragionato attraverso la parola e il verbo. L’uomo può seguire i “consigli” della sua coscienza, dell’increato Dio del Pensiero.


Detto questo, l'uomo può sancire la sua complementarietà intellettuale con "dio".

l’uomo è complementare a "dio" quando riferendosi alla sua rappresentazione, fonte originaria di ogni conoscenza, esprime rappresenta e testimonia la parola e il verbo «amare».

"Dio" configura l'uomo e l'uomo è consapevole che il dialogo con suo padre è nel suo intelletto, nel rapporto intimo e fecondo tra l’increata coscienza (Dio del Pensiero) e la creativa ragione perciò se esiste l'uomo come si può ignorare Dio?

«Chi non crede all’esistenza di Dio o lo ignora, rinnega se stesso»


L’uomo, per essere libero e creativo, deve decidere di imitare espressivamente l'impareggiabile “linguaggio” simbolico e rappresentativo di "dio" padre, deve conoscere la sua “filosofia increata” ovvero ”la filosofia della natura” che rappresenta noi e l’universo e che con certificata sobrietà muove ogni sana azione ed espressione umana.

Torna su



Polarità e dialettica


La complementarietà intellettuale tra la polarità rappresentativa di “dio” e la dialettica espressiva dell’uomo decreta la fine della dialettica espressiva tradizionale della filosofia riferita all'intuizione soggettiva e l'inizio della dialettica rappresentativariferita all'esperienza oggettiva di osservare “dio”.


Per il Principio dell’esatta conoscenza la sana dialettica espressa dall’uomo ha come riferimento la polarità rappresentativa di “dio” ovvero l'inversione spaziotemporale interattiva tra spaziotempo passato e futuro.


Come la polarità rappresentativa dell’increato “dio” dell’ENERGIA, il futuro che precede il passato, governa e configura tutto l’universo fisico e vivente, così il PENSIERO umano se riferito alla polarità rappresentata da “dio” governa la dialettica rappresentativa ovvero l’arte di argomentare riflettendo su concetti opposti potenzialmente contenuti e simbolicamente rappresentati dallo stesso “dio”, sorgente di ogni conoscenza.


In che modo la polarità di “dio” si converte in dialettica rappresentativa dell’uomo?

La polarità fisica, come già appurato, è testimoniata dallo spaziotempo assoluto di “dio” (“particella” elementare) cioè dal rapporto di reciproca dipendenza di due eventi complementari contrapposti costituenti un’inscindibile unità: spaziotempo divergente o entropico ( + ) e spaziotempo convergente o sintropico ( - ).

La polarità assoluta di “dio” (+ / -) diviene polarità relativa tra campi elettromagnetici + / - emanati dalle “particelle” che configurano dall’atomo all’intero universo e polarità inerziale relativa a sostanze, generi e mutamenti, caratterizzanti la natura visibile, ciò implica l’interazione di EVENTI simmetrici opposti tali che ciascuno di essi, pur essendo avversato e limitato dall’evento contrario, trova in quest'ultimo la sua ragion d'essere, il suo equilibrio dinamico, la sua complementarietà perché l'uno non può esistere senza l'altro e viceversa.


Ricordiamo che dalla polarità di “dio” scaturiscono i Principi universali della libera rappresentazione fisica convertiti testualmente in Principi della libera espressione umana; quindi, come i principi rappresentativi di “dio” modellano con suprema sintesi l’architettura di eventi complementari che configurano tutto l’universo visibile e invisibile così i principi espressivi dell’uomo governano la dialettica rappresentativa, la spontanea razionalità del linguaggio umano scaturita dall’interazione di concetti complementari che in "dio" riscontrano la loro rappresentazione.


In definitiva:

La dialettica rappresentativa espressa dall’uomo, che ha accantonato l’obsoleta dialettica espressiva, scaturisce dal rapporto di reciproca dipendenza interattiva di due concetti contrapposti costituenti una inscindibile unità: concetto divergente istintivo (+) e concetto convergente riflessivo (-); quest’unità dialettica, come già asserito, è facilmente verificabile attraverso lo spaziotempo assoluto o polare rappresentato da “dio” (“particella” elementare), fonte originaria di ogni rappresentazione e conoscenza.

La dialettica che fluisce dai Principi espressivi dell’uomo (Complementarietà degli Opposti, Divenire, Essere figlio di “dio”), implica l’interazione di CONCETTI simmetrici opposti tali, che ciascuno di essi, pur essendo avversato e limitato dal concetto contrario, trova in quest'ultimo la sua ragion d'essere, il suo equilibrio dinamico, perché l'uno non può esistere senza l'altro e viceversa. Entrambi i concetti complementari opponibili costituiscono un’inscindibile Unità logica o ragionevolezza.


La sana Dialettica Politica esamina argomenti legislativi simmetrici finalizzati alla libertà creativa individuale e al felice lavoro collettivo. Solidarietà, Tutela e Sinergia sono gli imperativi del reale legislatore quando nel suo intelletto interagiscono le componenti opposte e complementari della coscienza, coscienza etica sociale e coscienza estetica liberale, dalle quali può sorgere il movimento politico per eccellenza: il Socialismo liberale o il Liberismo sociale, promotore dello Stato provvidente.

Torna su



Contingenza e determinazione


L’increato “dio” dell’Energia, perfetto in sé, include la contingenza come atto di possibilità e la determinazione come atto di accettazione, cioè include la causalità (il pensabile) e la finalità (il pensato) come atto di potenza e di libertà assoluta escludente la volontà.

Ciò conferma che tutte le configurazioni di “dio”, visibili e invisibili, scaturiscono dalla causalità finalizzata alla testimonianza assoluta rigenerativa di se stesso che con la sua incommensurabile armoniosa moltitudine diviene testimonianza relativa, intorno ai centri orbitali (atomi, molecole e biomolecole, sistemi planetari, galassie), e testimonianza riproduttiva degli esseri viventi vegetali e animali.

Anche la natura visibile include la contingenza come atto di imprevedibilità e la determinazione come atto di soluzione, osservabili ad esempio in una calamità naturale; ogni qual volta che la natura, in perenne mutamento, subisce uno squilibrio, cerca di riequilibrarsi con una imprevedibile soluzione, che esclude l’atto di volontà. Se l’uomo, il creativo Dio del Pensiero, considera la contingenza come atto di previsione e la determinazione come atto di decisione e volontà, può prevedere qualsiasi evento naturale, determinandone la soluzione; viceversa, per l’uomo egoista e ignorante la contingenza naturale diventa imprevedibile e la sua determinazione pura ostilità.

Torna su



Il bene e il male


In natura il bene e il male non appartengono alla stessa categoria e non possono considerarsi complementari opponibili. L’unità degli opposti, infatti, è contemplata nei Principi universali della libera rappresentazione di “dio”, in tutte le “particelle” elementari di Energia che rappresentano nell’universo l’armonia della testimonianza: l’“amore assoluto”.

“Dio” dell’Energia è “amore assoluto”, quindi è l’unità di tutti i contrari compresi nella categoria rappresentativa dalla quale scaturisce soltanto il bene.

Il bene è testimoniato da “dio” e dalla sua natura e appartiene alla categoria rappresentativa, mentre il male appartiene alla categoria espressiva dell’uomo quando ignora e non esprime “dio”. Il male o “demonio” è frutto dell’ignoranza umana, della disobbedienza al bene.

Se l’uomo conosce l’increato “dio” dell’Energia, esprime soltanto il bene e il male svanisce.

Il bene e il male, quindi, appartengono a categorie diverse, e non possono considerarsi contrari opponibili. Soltanto dall'interazione complementare di due opposti appartenenti alla medesima categoria scaturisce l’equilibrio dinamico dell’armonia rappresentata da “dio” ed esprimibile dall'uomo.

Torna su



Volontà, libero arbitrio e ascesi mistica


L’uomo con il suo intelletto non è una parte di “dio”, poiché è “dio” che lo configura nelle sue parti; quindi è libero da “dio”, ma non da se stesso, se non raggiunge con volontà la sua perfezione.

Il “dio” dell’Energia, fonte esauriente di ogni nostro pensiero, insegna anche come essere spensierati e liberi nella moltitudine; esso, rigenerandosi nelle incommensurabili origini, antepone lo spaziotempo futuro a quello passato, il “pensabile” al “pensato”, l’azione al pensiero, quindi non pensa. L’azione di “Dio” è “ cieco amore” privo di volontà, perciò è in potenza libero di rappresentare tutti i particolari dell’universo fisico e vivente, inimmaginabili da chi è in grado di intendere e di volere.

L’uomo è in grado di scegliere e di attuare una preferenza, l’increato “dio” dell’Energia, invece, non fa preferenze; ciò gli ha consentito di configurare la molteplice ricchezza dei variegati esseri viventi vegetali e animali conosciuti donati all’uomo, configurati e testimoniati liberamente in totale assenza di volontà.


L’uomo è libero perché può scegliere tra le innumerevoli necessità che “dio” stesso gli ha donato; invece non è libero ma schiavo di se stesso, se la sua scelta non è indirizzata all’Amore fraterno che si realizza con il Sommo Bene: Lo Stato provvidente.

La libertà dell’uomo, paradossalmente, non è nell’affannarsi per ottenere ciò che già “dio” gli ha donato, ma è nella scelta di indirizzare con volontà la sua azione alla costruzione attraverso la famiglia, la comunità e lo Stato del Sommo bene per essere, aggiungendo la spensieratezza, come “dio”, armonioso e libero nella sua moltitudine.

L’uomo per essere libero deve rispettare e assecondare la ricchezza del “lavoro provvidente” gratuito prodotto dal “giardino di Dio”, senza ideare attività parassite che impoveriscono la ricchezza del giardino e la dignità e la ricchezza di chi ci lavora preservandolo.

L’uomo che pensa con cupidigia a soddisfare le necessità della vita limita la sua libertà; è libero soltanto quando pensa a realizzare l’Amore fraterno, come “dio”, “amore assoluto” insegna.

L’uomo stolto non comprende che alle necessità della vita ha già provveduto “dio”, e che nella natura provvidente ha rappresentato la sua parola:

Figli miei, non vi affannate per le necessità. A tutte le necessità ho pensato io; io vi ho donato il Paradiso e non lo avete riconosciuto. Non siate litigiosi egoisti, fate crescere nel paradiso ciò che per voi è più buono e condividetelo con tutti i fratelli. Fate invece ciò che io non posso fare, estendete la bellezza di ogni particolare del vostro paradiso e, amandovi l’un l’altro, realizzate il Sommo Bene per essere liberi nella moltitudine, come sono io.


Si è liberi, spensierati e felici soltanto quando si è privi di volontà? O si è liberi, spensierati e felici anche quando, conoscendo “dio”, si esprime quell’«amare pensando» in cui l’azione anticipa ogni nostro pensiero? L’umiltà assoluta dall’illimitata potenza di “dio” padre ha consentito all’uomo figlio una reale uguaglianza!

Se il “dio” dell’Energia, privo di volontà, ha liberamente rappresentato tutto il “pensabile” della natura, l’uomo, il Dio del Pensiero se beneficia liberamente di tutte le necessità che “dio” gli ha donato, il “pensato” esistente nel Paradiso terrestre, ha tutte le condizioni per essere spensieratamente felice. L’uomo con libero arbitrio deve scegliere sceglie di vivere la Vita dell’Essere figlio di “dio”, preservando ed estendendo creativamente la bellezza e la provvidenza della natura.

Quando l’uomo al calar della sera visibilmente felice afferma: “Ho trascorso una giornata spensierata”, cioè priva di pensieri, non ha forse pur lavorando imitato suo padre?

L’uomo può scegliere liberamente se assecondare l’unica imposizione di “dio”, cioè amare abbondantemente per essere spensierato e felice nella propria moltitudine come libero lo è “dio” nella sua, oppure seguire una propria via che non potrà mai eguagliare quella di “dio”.

Si può essere liberi, spensierati e felici nella propria moltitudine se si ama abbondantemente; questa è l’unica condicione che eleva l’uomo sopra del dovere. Ciò presuppone la piena consapevolezza da parte dell’uomo, che non ammette ignoranza, avendo raggiunto attraverso la conoscenza di “dio”, la massima razionalità. Conseguentemente l’uomo, illuminato dalla sua ragione, sperimenta e comprende pienamente la sua relazione con “dio”: lo incarna e gli dà voce e amando tutti e tutto, trascende l’apparente natura visibile che comprende come “sogno” del padre a lui donato e vive da essere supremo la realtà dell’Amore fraterno che lo fonde con l’intero universo.

È l’ascesi mistica, dinamica e riflessiva, dell’amore ragionato e libero, bello e felice dell’uomo reale che si specchia in “dio”, nei particolari nella natura e in tutti i suoi simili.

L’uomo diventa parte integrale dell’universo e, nello stesso momento, non dissimile dal tutto.

Torna su



“Intelletto universale”, materia, vita e anima


L’increato “dio” dell’Energia, anteponendo lo spaziotempo futuro a quello passato, il “pensabile” al “pensato”, è l’“intelletto universale” perfetto e libero, privo di volontà, che insieme alla sua incommensurabile e armoniosa moltitudine diviene in tutto il pensabile, “materia” visibile.

La “materia” visibile (inorganica, organica e vivente) ha in sé la “vita” eterna (come esistenza), cioè “dio”, l’“intelletto universale” che diviene “vita” relativa (come durata) in tutti i sistemi planetari, dall’atomo all’intero universo e, con riferimento all’ambiente selettivo, diviene vita biologica (come percorso), osservabile in tutti gli esseri viventi.

L’“intelletto universale”, “materia”, vita e anima, sono integrati; la “materia” include l’“intelletto universale” cioè “dio” dell’Energia, che a sua volta è la “vita” e l’“anima” dell’universo.

Sul concetto dell’immortalità dell’anima è necessario fare definitiva chiarezza, se si desidera realizzare pienamente la propria esistenza.

La vita degli esseri viventi è armonia tra le parti biologiche; quando con il mutamento o invecchiamento biologico l’armonia si rompe e avviene la morte dell’individuo, subentrano i mutamenti biofisici della “materia” corporea e soltanto la vita eterna dell’“intelletto universale” di “dio” contenuta in essa resta immutata.

Il «ritornare dal padre» può sembrare deludente, ma non è così come appare!

L’increato “dio” dell’Energia con la sua azione rappresentativa parla:

Non vi affannate a vivere per avere me come premio contemplativo e il mio paradiso.
Da padre premuroso non costringerei mai i miei figli alla sosta eterna a contemplare me in un paradiso che non ho. Voi avete il Paradiso!
La vostra beatitudine si concreta rendendo immortale il percorso della vita nel vostro Paradiso, attraverso i vostri figli, il vostro pensiero creativo e ogni vostra azione.
Dopo una vita beata dedicata all'Amore fraterno, al passaggio del testimone della vita stessa, allo spegnersi della coscienza, in un eterno istante, mi vedrete perché sono io la coscienza.
Figli miei, sono come voi mi avete pensato: un intenso bagliore di luce libero ed eterno, che voi avete reso immortale e immensamente grande con la mia rivelazione.
Chi deve essere eternamente grato: voi a me o io a voi?

Torna su



I fondamenti della psicanalisi


La mia esperienza insegna: quando nell’intelletto la creativa ragione espressiva/lessicale apparentemente logica, si identifica con l’increata coscienza rappresentativa/simbolica realmente logica, il sogno riconciliatore apparentemente illogico scompare. Questo evento certifica l’avvenuta riconciliazione della ragione con la coscienza, dell’uomo (Mente) con il Dio del Pensiero (Natura) e conseguentemente con il “dio” dell’Energia e verifica la coerenza del Percorso rappresentativo dell’Amore tracciato dall’arte.


Il sogno, quindi, è la riconciliazione simbolica tra le reali e razionali percezioni rappresentative della coscienza (madre) e le apparenti e irrazionali esperienze anche espressive fatte e subite dalla ragione (figlia). Identificata la ragione con la coscienza, scomparso il sogno riconciliatore, durante il sonno si ha la visione reale dei desideri e dei nostri timori, che guidano la nostra nuova, logica e bella esperienza di vita.


Con la rivelazione della coscienza umana vera ragione simbolica, il termine “psiche”, sinonimo di intelletto, conserva il suo significato originale; i termini “conscio”, sinonimo di attività cosciente dell’individuo, “inconscio”, sinonimo di attività di non-coscienza dell’individuo, e “subconscio”, sinonimo di attività interattiva di confine tra “conscio” e “subconscio”, sono diventati termini inadeguati all’espressività dell’uomo reale.


Il “conscio” che, con le logiche esperienze della ragione espressiva governa la fisicità del Divenire, si credeva fosse lo stato di coscienza dell’individuo, in verità è lo stato di non-coscienza dell’individuo, poiché praticato nell’apparente natura visiva, nel “sogno” dell’increato “dio” dell’Energia; infatti, il linguaggio della ragione espressiva che fa riferimento all’apparente natura, è apparentemente logico!


È evidente, nessuno può negarlo: l’uomo, nonostante le esperienze “logiche” del Divenire poiché non integrate dalle esperienze emotive dell’Essere, sta vivendo la fase più irrazionale della sua esistenza.


L’“inconscio” che, con le simboliche percezioni della coscienza rappresentativa governa l’emozionalità dell’Essere, si credeva fosse lo stato di non-coscienza dell’individuo, in verità è lo stato di coscienza dell’individuo, svolto dal reale invisibile, dall’increato Dio del Pensiero ovvero dalla stessa coscienza.


Il “subconscio”, che si credeva fosse l’attività interattiva di confine tra quella conscia (espressiva/lessicale) e inconscia (rappresentativa/simbolica) dell’individuo, in verità, testimonia l’attività globale dell’intelletto, quella interattiva tra la ragione espressiva esplicata nell’apparente natura (attività lessicale apparentemente logica) e la coscienza rappresentativa del reale (attività simbolica realmente logica), da cui deriva il sogno riconciliatore o intuizione simbolica.


Dopo che la ragione ha lievitato le esperienze sino a includere le percezioni della coscienza (segni estetici), il conscio si identifica con l’inconscio, la ragione espressiva lessicale con la coscienza rappresentativa simbolica e tutto diventa consapevolezza nel pieno significato del termine: le attività esperienziali espressive del Divenire si espandono sino ad includere le attività emozionali rappresentative dell’Essere da cui scaturisce l’intuizione riflessiva.


Tutto è coscienza e ragione, ma l’Amore è l’unica ragione dell’universo, e allora: ragione, coscienza, “dio”, amore e bellezza in noi sono un tutt’uno.


Le malattie dell’intelletto derivano dalla reazione della coscienza individuale a un ambiente inadeguato, creato dalla ragione collettiva che per lungo tempo ha ignorato anche il Dio del Pensiero; quindi la salubrità dell’intelletto nella fase di conversione culturale, indipendentemente dall’ambiente creato dall’uomo apparente malato di ignoranza, è garantita dalla sua stessa ragione se si indottrina culturalmente sin dall’età scolare a rivelare la sua stessa coscienza osservando e studiando l’“amore assoluto”: il “dio” dell’Energia.

Torna su





La “filosofia della natura”


Alla scoperta di "dio" e alla sua accertata complementarietà intellettuale con l’uomo, il primo rappresenta e il secondo esprime senza perdere la facoltà di rappresentare, segue la rivelazione del suo “pensiero”, della sua “filosofia” di “architetto” che specifica la libera azione rappresentativa di “cantiere” con la quale realizza la natura provvidente: il progetto di eccellenza, mai ideato e privo di preferenze, e perciò libero di rappresentare l’incommensurabile varietà e bellezza delle configurazioni fisiche e degli esseri viventi.


La “filosofia” di “dio” e, quindi, “la filosofia della natura” è indispensabile all’uomo, al creativo Dio del Pensiero affinché la esprima attraverso le sue azioni finalizzate a costruire, integrato alla sua natura provvidente il suo progetto di eccellenza: Lo Stato provvidente, quale Sommo Bene da perseguire.


“La filosofia della natura” è la naturale e logica espressione che caratterizza ogni minima azione dell’uomo; essa, infatti, alimenta i Principi della libera azione espressiva dell’uomo e rende naturale come se fosse innata anche la conoscenza acquisita.

“La filosofia della natura” è la base educativa dell’uomo che desidera vivere libero e spensierato in armonia con la natura, con la famiglia, con la comunità civile e religiosa e con lo Stato; infatti, dopo aver rivelato la “filosofia” di “dio”, per l’uomo sarà semplice vivere, insieme alla propria moltitudine, libero e spensierato l’Essere figlio di “dio” nel Paradiso terrestre ereditato dal padre.


“La filosofia della natura” si desume dalla rappresentazione dello stesso “dio”, che oltre a configurare la natura visibile e invisibile, essendo la fonte primigenia di ogni rappresentazione e conoscenza, unifica e spiega tutto.


5.jpg


È sufficiente sostituire allo spaziotempo convergente e divergente la parola e il verbo, passato e futuro, e loro vocaboli similari, per tradurre il codice rappresentativo di “dio” in linguaggio espressivo emozionale dell’uomo.

L'uomo con accorta riflessione può desumere l’increata, dinamica e operosa “filosofia” di “dio” riflessa in tutta la natura fisica e vivente.


Il “pensiero” di “dio” è piccolissimo ma immenso quanto l’universo; è espresso con inevitabile fatalità e, poiché antepone tutto il “PENSABILE” (1) della natura al “PENSATO” (2), l’“AMORE” (3) al “PENSIERO” esteso è un continuo «AMARE PENSANDO».


(1) spaziotempo divergente = futuro
(2) spaziotempo convergente = passato
(3) spaziotempo interattivo tra passato e futuro = sempre-presente


È questo «amare pensando» la “filosofia” di “dio” in cui l’azione di “amare” anticipa ogni “pensiero”! Quell’«amare pensando» che non ha dovere, leggi e dogmi cui obbedire; quell’«amare pensando» della libertà increata di “dio” e creatrice dell’uomo, testimoniata da tutta la natura, rappresentato dall’arte e, con immensa gratitudine, espresso dal teologo Joseph Ratzinger oggi Papa Emerito Benedetto XVI.


Con «amare pensando» l’increato “dio” dell’Energia rappresenta nella natura la sua "filosofia" e con essa l’autentico Sentimento Religioso che accompagna ogni azione creativa libera e spensierata dell’uomo, quando egli identifica il suo pensiero con "dio" stesso.


Con «amare pensando», infatti, “dio”, ogni “particella” elementare, esprime “la filosofia della natura” che caratterizza l’azione rappresentativa della sua dinamica, armoniosa e incommensurabile moltitudine; ma il “pensiero” increato di “dio” dell’Energia è rappresentato da una “cosa libera” dal volere e dal pensare (l’azione precede il pensiero), e non da qualcuno pensante, quindi, l’autentico Sentimento Religioso non può essere né idolatrato né personificato, ma deve esse rivolto all’azione di “dio” che, insieme alla sua armoniosa moltitudine, lo specifica nell’Amore fraterno o universale che unisce tutti e tutto.


Il Sentimento Religioso, poiché rivolto all’Amore è nuovo per l’uomo del terzo millennio ma non per Gesù di Nazareth che lo ha predicato; questo sentimento ha un luogo per essere vissuto! Quel luogo è il Pianeta Terra, il vero Paradiso illuminato dal «fratello sole» e “corteggiato” dalla «sorella Luna».


Con l’«amare pensando»,l’Amore che precede il Pensiero, è iniziata la fase fisica della ragione poiché esiste una perfetta identità tra “dio” e l’uomo; entrambi sono armonia della loro stessa moltitudine; entrambi sono amore e verità; entrambi specificano l’Amore fraterno o universale, dinamico, operoso e altruista rivolto a tutti e a tutto che agendo ancor prima di pensare realizzano “la provvidenza”.

Se l’increato “dio”, senza scopo e senza evidente utilità, insieme alla sua armoniosa moltitudine ha configurato la natura provvidente cioè Il “sogno” del padre premuroso ereditato dal figlio; il creativo uomo ha lo scopo di rendere reale l’apparente “sogno” di “dio” padre, la natura provvidente realizzando in essa il suo sogno: Lo Stato provvidente, Sommo bene, presupposto inalienabile affinché l’uomo possa vivere libero, spensierato e felice insieme alla sua moltitudine.


Con «amare pensando», cioè con l’azione che precede il pensiero libero, tutto è possibile realizzare; infatti, l’uomo, con la “filosofia” di “dio” scompagina la concezione dei valori: le misure quantitative non sono più considerate, il minimo può essere il massimo, il più piccolo può essere il più poderoso, un uomo che ama prima di pensare è grande quanto l’universo. Con l’“amare pensando” l’uomo, come “dio”, dimostra tutta la sua potenza, poiché fa leva unicamente sull’azione diretta dell’amore.

Questa è la filosofia di “dio” e dell’uomo del terzo millennio, che edificherà con Lo Stato provvidente (Sommo Bene) un futuro luminoso, la forma nella dimensione fisica della configurazione, la realtà nella dimensione fisica dell’apparenza, lo stato di coscienza della mente nella dimensione fisica dello “stato di non-coscienza” della natura. Un futuro pieno di entusiasmo e di ottimismo, che fa risalire l’umanità dall’Inferno in cui è precipitata per godere il vero Paradiso.


Lo Stato provvidente, quale Sommo Bene da perseguire, realizza l’unità di un popolo, in modo pratico, se ogni cittadino, indottrinato a “dio”, segue la sua “filosofia” di vita e agisce secondo quell’«amare pensando» che, anteponendo l’azione a ogni pensiero, ama tutti e tutto prima di pensare. Quell’«amare pensando» che è alla base del comportamento etico/estetico dell’uomo, che desidera ardentemente essere libero nella sua moltitudine; ma, per essere realmente libero, occorre rivelare i Principi increati della libertà rappresentativa di “dio” utili alle professioni e i Principi creativi della libertà espressiva dell’uomo, utili alla dialettica e alla civile convivenza; tali principi determinano in modo naturale la creativa umana indirizzata a realizzare il Sommo Bene (Lo Stato provvidente) dove vivere, come un Dio, spensierato e felice.

Torna su



I Principi della libertà rappresentativa di “dio”


Conosciuta la “filosofia” di “dio”, quell’«amare pensando» che caratterizza la sua libera azione rappresentativa nell’universo, per comprendere come “dio” progetta, organizza ed esegue ogni suo “cantiere”, si devono estrarre dallo stesso dio i Principi universali della libera rappresentazione fisica, i quali configurando i campi elettromagnetici, “legano” e ordinano i “mattoni”, “dio” stesso ovvero ovvero le incommensurabili “particelle” elementari che come un gioco divino configurano dall’atomo all’intero universo fisico e vivente, compresi noi.

L’increato “dio” padre dell’universo è il “committente premuroso, illimitatamente ricco, buono e altruista” che sacrifica se stesso, divenendo “cantiere, architetto, operaio, mattone e malta”.

Questi principi della libertà rappresentativa di “dio”, tradotti in principi della libertà espressiva dell’uomo, insiti in quell’«amare pensando», sono indispensabili al creativo Dio della ragione, per rappresentare ed esprimere in armonia con i suoi fratelli e con la natura, tutta la sua libera creatività, senza creare paradossi.

Dalla rappresentazione di “dio” si possono dedurre tutte le conoscenze delle quali l’uomo necessita.
Per ricavare una qualsiasi conoscenza rappresentativa ed espressiva è sufficiente riflettere sulla rappresentazione dello spaziotempo polare o assoluto di “dio” e convertirla in parola e verbo.

Torna su

Il Principio di Simmetria degli Eventi


La prima considerazione emergente dall’architettura di “dio”, riferita all’unica direzione dello spaziotempo, è la sua rappresentazione simmetrica.

Poiché lo spaziotempo di “dio” non solo scorre verso il futuro, ma anche a ritroso verso il passato, tutte le rappresentazioni e tutte le leggi della fisica sono simmetriche, con riferimento al verso dello spaziotempo.

“Dio” istantaneamente configura il futuro dello spaziotempo e, superato l’orizzonte dell’evento, il passato.


6.jpg


L’Energiaspaziotempo di “dio” che espande il futuro, segue l'unica direzione spaziotemporale e divergendo dall’origine rigeneratrice posta nel passato manifesta lo stato puro o assoluto dell’evento entropico: insieme scollegato di fenomeni causali tendenti a omogeneizzare, disordinando, (espirazione o “soffio vitale”) con il quale “dio” disordina il “pensato” (passato) per esprimere tutto il nuovo “pensabile” della natura (futuro).


L’evento entropico continuamente divergente porta l’energiaspaziotempo alla sua dissipazione, ovvero porta alla “morte” di “dio” e di noi stessi. Così, complementare e opposto all’evento entropico, simmetricamente rappresentato da “dio”, si manifesta l’evento sintropico.


L’Energiaspaziotempo di “dio” che contrae il passato, segue l'unica direzione spaziotemporale e convergendo all’origine rigeneratrice posta nel futuro manifesta lo stato puro o assoluto dell’evento sintropico: insieme collegato di fenomeni finalizzati tendenti a differenziare, ordinando (inspirazione o “risucchio vitale”) con il quale “dio” riordina il “pensabile” della natura (futuro) per testimoniarlo nel nuovo “pensato” (passato).


“Dio” dell’Energia per testimoniarsi esprime il “respiro cosmico”, lo stato puro di due eventi opposti e complementari, costituenti un’unica inscindibile unità: l’evento entropico e l’evento sintropico.

L’entropia è la “vita” di “dio” che non è tale se non è finalizzata alla testimonianza dalla sintropia attraverso la “morte” rigeneratrice. L’interazione tra “vita” e “morte” in “dio” rappresenta lo spaziotempo dell’“amore assoluto” della testimonianza fisica, posta a fondamenta dell’universo.

L’entropia divergente di “dio” manifesta la primigenia del principio di causalità.
La sintropia contraente di “dio” manifesta la primigenia del principio di finalità.

Con l’interazione tra il principio di causalità e di finalità si manifesta il primigenio Primo Principio universale della rappresentazione fisica: il Principio di Simmetria degli Eventi


Con questo principio le stesse “particelle” emanano la simmetria degli eventi elettromagnetici che configurano il livello fisico, chimico e biologico, cioè tutto il “pensabile” invisibile e visibile della natura.


7.jpg


Per l’uguaglianza Energia = Pensiero, come il “dio” dell’Energia, anche l’uomo, il creativo Dio del Pensiero, attraverso la sua coscienza, disordina nel futuro il “pensato” nel “pensabile” e ordina nel passato il “pensabile” nel nuovo “pensato”. Così la coscienza madre esprimendo il sempre-presente lievita con l’aiuto della figlia ragione, le esperienze e con esse la scienza, la conoscenza e la cultura.


Sino ad ora la scienza fisica ha costruito eventi con leggi causali riferite alla metà dell’universo conoscitivo, quello entropico che volge al futuro; essa, con le sue sperimentazioni, studia il passato dello stesso futuro, senza prevedere l’ammissibilità dell’evento.

“Dio” dell’Energia ci dimostra che l’ammissibilità di ogni evento può essere prevista studiando il suo ritorno al passato posto nel futuro; quindi, per la conoscenza completa del nostro universo e della nostra stessa vita funzionale, etica ed estetica libera e creatrice è necessario formulare leggi finalizzate alla testimonianza riferite anche all’altra metà dell’universo conoscitivo, quello finalistico o sintropico che volge al passato posto nel futuro. Con tale universo, essendo speculare al primo, si studia il futuro che ritorna al passato di ogni evento fisico/chimico e biologico e l’ammissibilità degli eventi entropici/sintropici prodotti dall’uomo.


Ciò che si credeva fosse l’espressione della vita, lo spaziotempo divergente dall’origine, in verità è l’espressione della morte; ciò che si credeva fosse l’espressione della morte, lo spaziotempo convergente all’origine, in verità è l’espressione della vita.


Considerando, infatti, le interazioni entropica e sintropica di “dio”, la vita porta alla morte e la morte alla vita, ci si accorge che il nostro futuro già si conosce, perché è semplicemente il nostro passato in sintonia con lo spaziotempo sempre-presente della coscienza umana che ci fa vivere il passato secondo le aspirazioni future e il futuro secondo i ricordi del passato. Anche la coscienza umana, quindi, obbedisce al Principio di Simmetria degli Eventi, al Principio dell’“Amore” che riequilibra la testimonianza di ogni nostro pensiero.


La rappresentazione di “dio” dell’Energia ci dimostra che il futuro, apparentemente non indagabile, ha la sua origine nel passato e che il passato ha la sua origine nel futuro; quindi, il futuro, poiché passato, si conosce sotto tutti i suoi aspetti. È il sempre-presente intellettuale, che l’uomo vive in modo pratico quando il suo passato è la certezza del suo futuro. Il futuro imperscrutabile non esiste, soprattutto quando ogni uomo, agendo secondo quell’“amare pensando”, considera i suoi fratelli e di riflesso pensa a se stesso.

Con il Principio di Simmetria degli Eventi, “dio” ci invita alla ragionevolezza cioè a essere riflessivi su ogni argomento precisando i presupposti opponibili o simmetrici che lo definiscono; ci invita soprattutto a sostituire il principio causa/effetto con il principio entropico/sintropico dell’Amore.

Torna su

Il Principio di Conservazione dell’Energia


La seconda considerazione che emerge dalla rappresentazione di “dio”, riferita alla continua nascita e morte rigeneratrice, è la conservazione della sua energia. “Dio” per conservare il suo equilibrio energetico (nel nostro caso positivo quando espande il futuro e negativo quando contrae il passato) assume valori opposti, è per questo motivo che:

Le rappresentazioni della natura sono energeticamente equilibrate.


Da cosa scaturiscono l’inversione spaziotemporale di “dio” e il suo equilibrio energetico conservativo? Dall’origine posta nel passato dello spaziotempo, l’Energiaspaziotempo di “dio” divergendo espande la “bolla” del vuoto assoluto la quale, raggiunta la massima espansione (orizzonte dell’evento), si contrae, permettendo alla stessa di convergere verso la nuova origine rigeneratrice, posta nel futuro dello spaziotempo.


8.jpg


“Dio”, tra le incommensurabili origini rigeneratrici, manifesta il “respiro cosmico”: all’istante di “espirazione” (parte divergente), segue l’istante di “inspirazione” (parte convergente). La “vita” o esistenza di “dio”, quindi, si riscontra nelle parti convergenti che, susseguenti ed equilibratrici delle parti divergenti, lo trascinano e le finalizzano alla testimonianza (rigenerazione all’origine), cioè alla conservazione dell’Energiaspaziotempo.

“Dio” dell’Energia, con il Primo principio manifesta anche il Secondo Principio universale della libera rappresentazione fisica: Principio di Conservazione dell’Energia.


Con questo principio le stesse “particelle” modellano con la rappresentazione simmetrica degli eventi elettromagnetici tutto l’invisibile e il visibile della natura. La conservazione polare di “dio” si aggiunge alla conservazione orbitale (atomo →universo) e alla conservazione biologica (esseri viventi).


Anche questo secondo principio, insito nel primo, è apparentemente facile da comprendere, ma è di difficile applicazione quando sono le rappresentazioni della mente di chi è illuso dalla cultura spazializzata a dover essere “pensierosamente” equilibrate. La sua corretta applicazione tecnologica e legislativa progetta il Divenire dell’uomo. Lo studio dettagliato di questo principio legittimerà, dopo la loro razionalizzazione sinergica, quelle che ora sono impropriamente definite “scienze economiche e politiche”.

Con il Principio di Conservazione dell’Energia “dio” della teologia naturale ci invita alla seguente riflessione:

La ricchezza eccessiva sottratta ai nostri fratelli, e quindi alla natura, non dona vita, ma è la vita lasciata alla natura per i nostri fratelli che dona ricchezza a tutti noi.

Torna su

Il Principio di Minima Azione


La terza considerazione che emerge dall’architettura spaziotemporale di “dio”, riferita alla sua istantanea espansione e contrazione, riguarda la ridottissima distanza tra le due origini; è questa distanza a misurare l’istante. Poiché l’istante è compreso tra l’origine diffusore e quell’attrattore:

In natura l’azione spaziotemporale necessaria per il mutamento e per il cambiamento rappresentativo è la più piccola possibile.


9.jpg


“Dio” dell’Energia manifesta l’istante tra le incommensurabili origini rigeneratrici; esso non è un punto, né un numero, né un segmento di linea retta, ma è un limitatamente piccolo volume “pulsante” fusiforme compreso tra l’origine generatrice espandente e quella contraente. “Dio” dell'Energia nel primo principio “dio” manifesta anche il Terzo Principio universale della libera rappresentazione fisica: Principio di Minima Azione.


Con questo principio le stesse “particelle” modellano la rappresentazione polare degli eventi elettromagnetici, chimici e biologici che configurano tutto l’invisibile e il visibile della natura, utilizzando il più piccolo volume spaziotemporale possibile (minima azione → minimo volume).


Questo terzo principio, insito nel secondo e nel primo, fa notare, come già asserito, che in natura l’azione necessaria per il cambiamento è la più piccola possibile: lo spreco spaziotemporale è inammissibile.

È sufficiente considerare quanto una mutazione genetica causale, che avviene nel limitatamente piccolo, possa modificare, anche visivamente, il mediamente grande dell’organismo vivente.

Anche questo terzo principio, come il secondo, è apparentemente facile da comprendere ma, per chi è illuso dalla cultura spazializzata, è difficile da applicare all’azione legislativa; tale azione rivolta ad agevolare il mutamento naturale della società, deve essere sintetica e sinergica, finalizzata alla vita dell’Essere figlio di “dio” e non al semplice Divenire Relativo e irrazionale dell’uomo apparente (non-Essere figlio di “dio”).

La qualità dell’azione sintetica e sinergica dei sistemi produttivi, distributivi e della gestione politica della finanza senza sprechi delle risorse porterà alla nascita de Lo Stato provvidente. Lo studio e l’approfondimento dei tre principi universali della libera rappresentazione fisica caratterizzeranno la seconda fase della ricerca.


Questo terzo principio certifica l’importanza della “Suprema ricerca” dell’arte, che con la via sintetica della rappresentazione ha completato La Conoscenza Generale della Natura e, in modo sinergico, ha già unificato le cinque vie della conoscenza (arte, fisica, filosofia, teologia e architettura): un passo gigantesco per diffondere tra i giovani con la “Lieta Scienza” la “Gaia Cultura” utile alla felice scelta lavorativa. Questo principio inverte il destino dell'uomo e della sua Nazione la quale garantirà ai suoi cittadini la certezza dell’avvenire.

Con il Principio di Minima azione “dio” ci invita alla seguente riflessione: il minimo e il massimo di ogni giudizio sono contenuti, nel periodo di conversione culturale, nella misericordia e dopo nella ragionevolezza.


In sintesi - I Principi rappresentativi della libertà increata di “dio” “edificano” la natura visibile e invisibile, dall’atomo all’intero universo; essi regolano l’“attività di architetto e di cantiere”, l’unione tra “particelle” elementari, tra i “mattoni” protone, neutrone ed elettone e i “collanti” dinamici di interazioni energetiche nucleari, atomiche, elettriche, magnetiche e gravitazionali. Così è facile comprendere come “dio”, con il sacrificio di se stesso, configura insieme alla sua incommensurabile e armoniosa moltitudine dall’atomo a noi stessi; è facile comprendere il “gioco” divino, libero e bello che rappresenta l’impensabile visibile nella natura e che nessuna mente, in grado di intendere e di volere, avrebbe potuto immaginare e prevedere.


L’uomo, conosciuto i Principi universali della libera rappresentazione fisica che muovono i “cantieri” di “dio” visibili e invisibili, li converte in Principi della libertà espressiva dell’uomo, insiti nella “filosofia” di “dio” cioè in quell’«amare pensando» che estende dialetticamente, con la reale, libera e spensierata creatività umana, la bellezza dell’apparente natura visibile.

Torna su



I Principi della libertà espressiva dell’uomo.


I Principi della libertà rappresentativa di “dio” scaturiscono dalla sua stessa rappresentazione; da esso, fonte originaria di ogni conoscenza anche figurativa scaturiscono i segni estetici che rappresentano la seducente bellezza che è alla base dell’armonia estetica della natura e del mondo che vorremmo vedere; ma per realizzare questo mondo deve necessariamente diffondersi anche l’armonia etica, opposta e complementare a quell’estetica, che ci pone in relazione con la natura, con i nostri fratelli e con Lo Stato.


10.jpg


Se per l’armonia estetica, riguardante l’esteriorità visibile libera e bella che va dal particolare naturale, artistico e dell’architettura urbana si applicano direttamente applicare i segni estetici ricavati dalla scomposizione di “dio”, per l’armonia etica riguardante il rapporto dell’uomo con la natura, con i suoi fratelli, con la comunità civile e religiosa e con l’organizzazione del “Lo Stato provvidente”, i Principi della libertà rappresentativa di “dio” devono essere convertiti e tradotti in Principi della libertà espressiva dell’uomo.

Con tali principi insiti in quell’«amare pensando» che rappresenta il “Creato”, l’uomo converte l’apparente “sogno” del padre premuroso donato al figlio in reale Paradiso e accresce la sua naturale espressività che avrà la caratteristica dell’innata saggezza e bellezza.

Torna su



Primo Principio della libertà espressiva o di Complementarietà degli opposti


Se il primo principio della libera rappresentazione fisica di “dio” è il Principio di Simmetria degli Eventi, si evince che il Primo Principio della libertà espressiva dell’uomo è:

Gli Opposti sono Complementari
L’uomo per il suo equilibrio fisico e intellettuale deve considerare gli opposti polari di tutti i livelli fisici e intellettivi, i quali costituiscono inscindibili unità complementari.


Il Primo Principio espressivo ha origine dall’interazione tra opposti polari fisici di Eventi simmetrici: spaziotempo futuro e passato, che nelle “particelle” elementari testimonia il sempre-presente; senza la loro interazione complementare non esisterebbe l’increato “dio” dell’Energia, ma esisterebbe soltanto il Nulla.

La polarità assoluta di “dio” (futuro + / - passato) diviene polarità relativa tra campi elettromagnetici + / - di “particelle” che configurano dall’atomo all’intero universo) e polarità inerziale relativa tra sostanze, generi e mutamenti, ciò implica l’interazione di EVENTI simmetrici opposti tali che ciascuno di essi, pur essendo avversato e limitato dall’evento contrario trova in quest'ultimo la sua ragion d'essere, il suo equilibrio dinamico, la sua complementarietà perché l'uno non può esistere senza l'altro e viceversa.


Dall’interazione complementare tra opposti polari, spaziotempo futuro e spaziotempo passato, nasce il sempre-presente “dio”.
Dall’interazione complementare tra eventi entropici causali e sintropici finalizzati alla testimonianza scaturisce la diversità della natura fisica e vivente dalla quale viene alla luce l’uomo.


L’increato “dio” con la sua Energia rappresenta e l’uomo con il suo Pensiero esprime.

L’uomo con “dio” non ha nessuna interazione polare opposta complementare diretta di tipo fisico, da ciò scaturisce il suo libero arbitrio; nonostante che, tra “dio” e l’uomo non esista la polarità fisica diretta, la loro complementarietà esiste nell’intelletto umano, tra l’increata coscienza e la creativa ragione.

L’uomo che, intrapreso la via della conoscenza, ha scoperto il “dio” dell’Energia e rivelato il Dio del Pensiero, può desiderare e decidere di testimoniare liberamente e convenientemente “dio” e la sua azione generatrice poiché non esistere un universo e un “Paradiso” come quello terrestre più bello del suo.


Accertata la coincidenza rappresentativa tra l’increato Dio del Pensiero (coscienza umana) e l’increato “dio” dell’Energia (“coscienza fisica”); non essendo ammissibile la complementarietà fisica tra l’uomo e “dio” è ammissibile la complementarietà intellettuale perché l'uomo non può esistere senza “dio” e viceversa.


Dalla complementarietà fisica degli opposti si desume che soltanto dall’incommensurabile e abbondante causalità increata di “dio” senza fini, in un pianeta come la Terra, può nascere la singolare finalità creativa della mente umana; perciò, l’uomo per complementarietà intellettuale con “dio”, deve esprimere alla luce dell’immensamente grande l’amore incommensurabile posto nel buio del limitatamente piccolo.


“Dio” testimonia la sua universalità nei particolari fisici e viventi senza un fine e senza uno scopo?

L’uomo, per complementarietà intellettuale con “dio”, deve determinarsi al fine unico di testimoniare l’universale (“dio”) attraverso i particolari delle sue creazioni.

“Dio” è l’unità della sua incommensurabile e armoniosa moltitudine fisica e vivente?

L’uomo, per complementarietà intellettuale con “dio”, deve perseguire l’unità armoniosa della sua moltitudine attraverso l’autentico sentimento religioso: l’Amore fraterno che unisce tutti.


In sintesi il Principio espressivo di Complementarietà degli Opposti, traduzione letterale del Principio rappresentativo di Simmetria degli Eventi, è fonte di ispirazione creativa se riferita a tutti i livelli fisici (interazioni positive e negative), chimici (sostanze acide e basiche), biologici (ormoni maschili e femminili) e intellettivi (etica ed estetica); è il Principio dell’equilibrio dinamico e della ragionevolezza dialettica, che interessa tutta la nostra creatività, ogni nostra azione, con particolare riguardo al nostro pensiero politico.

L’uomo ragionevole individua gli argomenti complementari e opposti di una conoscenza, verifica se sono rappresentati da “dio” e, riscontrando il loro equilibrio dinamico li esprime.

Torna su



Secondo Principio della libertà espressiva o del Divenire


Se il Secondo Principio della libera rappresentazione fisica di “dio” è il Principio di Conservazione dell’Energia, si evince che il Secondo Principio espressivo dell’uomo è:

Il Principio del Divenire.
L’uomo per preservare la propria esistenza deve relativizzare, rendendo armonioso o ecologico nella natura, il suo prodotto creativo.


Il Secondo Principio della libertà espressiva ha la sua genesi nell’ordine fisico che segue il caos primordiale dopo la rigenerazione nell’origine dell’universo delle “particelle” elementari.

Le “particelle” che testimoniano il “dio” dell’Energia riscontrano il loro equilibrio dinamico relativizzando lo spaziotempo sempre-presente polare che le rappresenta su orbite dove il prima e il dopo non hanno senso.

Così le “particelle” elementari rappresentano lo spaziotempo sempre-presente orbitale configurato dagli atomi, elementi base di tutto l’universo fisico e della natura vivente.

Su un sistema inerziale sottoposto a un flusso di energia costante come la Terra, gli atomi interagiscono tra loro e, attraverso interazioni elettroniche, concretano la chimica inorganica, quella organica e la biologia degli esseri viventi vegetali e animali, che si testimoniano con i cicli vitali del sempre-presente biologico tant’è che non ha senso chiedersi se è nato prima il padre o il figlio, la pianta o il seme. Tutti gli esseri viventi relativizzano il loro spaziotempo riferendolo all’ambiente in cui vivono e, divenendo, si evolvono acquisendo mutazioni genetiche, che decretano vantaggi o svantaggi rispetto all’ambiente stesso, molto selettivo così:

Il reale invisibile della fisica si relativizza per divenire apparente nella natura visibile
La forma invisibile dell’arte si relativizza per divenire configurazione negli “oggetti” naturali
L’universale assoluto invisibile della filosofia si relativizza per divenire particolare relativo visibile.


L’increato “dio” dell’Energia, configurando l’encefalo plastico dell’uomo sede dell’intelletto, si converte per divenire increato Dio del Pensiero già Dio della Fede testimoniato da ogni coscienza umana.


Il Principio del Divenire decreta l’ammissibilità delle configurazioni della natura fisica e vivente e dei prodotti della mente umana che, per essere liberi, non possono essere creati senza l’amore di “dio” che unifica la quantità spaziale dell’esistenza con la qualità temporale della testimonianza:

Quelle Configurazioni fisiche e viventi che non si rappresentano e non si testimoniano attraverso il tutt’uno dello spaziotempo, non sono mai nate o cesseranno di esistere”.


L’uomo, come increato immanente di “dio”, rispetta il divenire fisico, infatti, esprime l’energia delle sue funzioni vitali nell’ambiente, si rappresenta quantitativamente nello spazio e si testimonia con la qualità del tempo riproduttivo (sempre-presente biologico).


L’uomo, come creatore, in ogni prodotto creativo deve esprimere la quantità dello spazio modellato dalla qualità del tempo sempre-presente, ossia deve relativizzare il suo prodotto creativo, rendendolo ecologico e armonioso con la natura; diversamente, non può testimoniarsi, poiché diventa vittima delle sue stesse creazioni. Le creazioni intellettuali che aiutano il divenire dell’uomo, come le tecnologie per la produzione energetica e per il benessere in genere, devono relativizzare i loro sistemi affinché le sostanze secondarie prodotte rientrino nei cicli naturali entropici/sintropici della rigenerazione.

Tutte le creazioni intellettuali riferite all’ambiente devono testimoniare la mente ecologica, che agisce con sentimento rispettando la natura e tutti gli esseri viventi.


In sintesi il Principio del Divenire ci fa comprendere che le nostre creazioni, da molto tempo, sono asservite al principio causa/effetto. Questo principio non rispettando la natura, offre vantaggi apparenti solo momentanei che, addirittura, persistendo si ritorcono contro l’uomo.

L’uomo continua a consumare le risorse del pianeta avendo sviluppato soltanto la parte entropica della conoscenza tecnica, per questo la natura ha iniziato a ribellarsi. L’uomo, se nelle sue creazioni non rappresenta ed esprime lo spaziotempo della testimonianza ciclica e se non sviluppa la parte sintropica della conoscenza tecnica, segna anzitempo la fine della sua esistenza.

Torna su



Terzo Principio della libertà espressiva o dell’Essere figlio di “dio”


Se il Terzo Principio della libera rappresentazione fisica di “dio” è il Principio di Minima Azione, “dio” stesso il massimo che è nel minimo ci invita a profonde riflessioni per ottenere con la minima azione, imitando “dio”, il massima esperienza.

Si evince che il Terzo Principio della libertà espressiva dell’uomo è:

Il Principio dell’Essere figlio di “dio”.
L’uomo per vivere l’Essere figlio di “dio” deve esprimere umilmente ciò che “dio” è e rappresenta: l’Amore libero e spensierato, unica ragione dell’universo, privo di leggi e dogmi.


Chi esprime la vita dell’Essere figlio di “dio” misericordiosamente grande, esprime la “filosofia” della vita in cui l’amore anticipa il più piccolo pensiero, armonizza il Sentimento Religioso dell’Amore fraterno che tutti unisce e realizza Lo Stato provvidente quale Sommo Bene.

L’uomo per replicare nell’immensamente grande il “pensiero” di “dio”, quell’«amare pensando» così limitatamente piccolo ma grande quanto l’universo, conosce ogni verità:

- conosce il percorso immanente rappresentativo dell’amore con il quale “dio” si fa uomo;
- conosce il percorso millenaria della trascendenza culturale con il quale l’uomo scopre il suo Paradiso e il Sommo Bene da realizzare;
- conosce le verità assolute “consigliate” da suo padre per condurre la vita felice dell’ Essere figlio di dio insieme ai propri fratelli.


Se l’uomo conosce suo padre e sa “interrogarlo”, annichilisce tutti i mali nati per averlo ignorato, recupera la provvidente natura ed esprimendo la vita dell’Essere figlio di “dio” rigenera il Paradiso in cui vive.


L’uomo, che ha tradotto in tutte le sfumature espressive, in parola e verbo, lo spaziotempo assoluto di “dio” rende sinergiche tutte le attività private e istituzionali sino a realizzare, integrato nella natura provvidente, nel“sogno” del Padre, il suo sogno che rende reale il primo: Lo Stato provvidente.

Dopo la “fatica” della riconversione religiosa, culturale e politica, dopo aver iniziato a recuperare la provvidenza della natura e sviluppato l’organicità anche legislativa del Lo Stato Provvidente, l’uomo, ottenendo al pari di “dio” il massimo con il minimo, vive l’esperienza di Essere suo figlio e converte l’Inferno in cui è precipitato in Paradiso.


Essere figlio di “dio” significa anche “badare” al padre cieco, sordo e muto, al suo Paradiso e meravigliarsi per ciò che ha “Creato”; significa dialogare incessantemente con il Dio del Pensiero, con la coscienza la quale con la sua rivelazione ci ha ridato i veri sensi che “dio” dell’Energia non ha: nuovi occhi per guardare, sicure orecchie per udire e una soave bocca per parlare.


È evidente, soltanto conoscendo “dio”, la sua filosofia, i suoi Principi, si può esprimere e portare a compimento il suo puro atto d’amore e vivere felici in uno Stato provvidente, mentre non si può fare altrettanto con codici e dogmi decretati dalla nostra ignoranza.

Si riuscirà mai a concepire un’Energia o uno spaziotempo alternativo a quello naturale?

Si riuscirà mai a concepire un altro “dio” dall’amore perfetto e libero, pari a quello già esistente?

La risposta è: no!

Si è provato a rappresentare uno spazio senza tempo e a ipotizzare un “Dio trascendente” nelle varie fedi religiose; il risultato ottenuto è stato la crescita smisurata della Croce della sofferenza che sarà annichilita perché l’uomo ha colmato di saggezza la sua ignoranza: ora vede suo padre, lo ascolta, segue i suoi consigli e ne parla incessantemente.


In sintesi - Condurre la vita dell’Essere figlio di “dio” significa imitare l’esperienza del padre cioè perseguire l’unità della propria moltitudine per essere finalmente liberi e felici di gioire la bellezza del “Creato”; significa rallentare la convulsa vita profusa dall’egoismo speculativo dell’uomo della finanza sul proprio fratello già ridotto a giovenca magra munta ai limiti della sopravvivenza; significa qualificare le tecnologie della comunicazione, ridurre le malattie dello stress e sperimentare, senza privazioni, la vita mistica.


I principi della libertà espressiva dell’uomo mettono in luce oltre l’ignoranza, la meschinità e l’egoismo umano. L'uomo non ha riconosciuto il sogno di “dio” padre, il Paradiso terrestre in cui si può vivere senza frenesia; non ha riconosciuto la natura provvidente donatagli da suo padre da preservare e conservare per i propri figli con un lieto e seducente impegno lavorativo; non ha saputo meditare, godere l’armonia e la bellezza del suo Paradiso; non ha saputo illuminarsi di immenso e vivere di Amore e per il Sommo Bene.

Si! Vivere di Amore universale e per il Sommo Bene, per Lo Stato provvidente, è il traguardo dell’uomo razionale che fa propri i principi della libertà rappresentativa di “dio” e i principi della libertà espressiva umana, e mette in pratica “la filosofia della natura”, quell’«amare pensando» in cui è l’amore libero e altruista ad anticipare ogni sua più piccola azione e ogni suo minimo pensiero.

L’uomo finalmente può vivere libero e spensierato, come “dio” nella sua moltitudine.

Torna su



Il Sommo Bene: Lo Stato provvidente


Si conosce “dio”, che con il sacrificio di se stesso diventa il “mattone dinamico” dell’universo, si conosce la sua “filosofia” («amare pensando») che caratterizza la sua azione rappresentativa e identifica l’autentico sentimento religioso non contemplativo né idolatrico: l’Amore fraterno o universale.

Si conoscono i Principi universali della libertà rappresentativa che regolano la sua azione; si conosce il suo “strumento” di misura: l’incommensurabile amore con il quale rappresenta, senza fine, tutto l’universo.

Si conosce finalmente tutto di “dio”, eppure l’uomo ancora ignora cosa ha realmente ereditato dal padre.

Ogni figlio eredita tutto ciò che è del padre anche le sue inespresse volontà.


Tutti gli uomini hanno ereditato dal padre il Paradiso terrestre e con il Paradiso tutte le necessità per vivere e tutto l’amore incommensurabile per convivere; tuttavia, all’inizio del terzo millennio, per ignoranza si assiste ancora a continui litigi efferati tra fratelli e a crescenti bramosie verso la natura che sta perdendo la sua provvidenza. L’uomo per uscire dall’inferno in cui è precipitato e per trascendere la propria condizione del semplice Divenire, deve convenientemente accettare l’inespressa “volontà testamentaria” del padre rappresentata dalla natura provvidente:


“Figli miei, per essere liberi come me nella vostra moltitudine e godere della bellezza del “Creato”, preservate il Paradiso terrestre che ho donato a voi e ai vostri figli e amandovi l’un l’altro così come io amo voi, realizzate l’Amore fraterno o universale che tutti e tutto unisce . . .”.


Come si realizza l’Amore fraterno o universale?

Tra “dio” e l’uomo esiste una sola identità; entrambi sono armonia perfetta della loro stessa moltitudine. Entrambi sono amore e verità; entrambi testimoniano l’autentico Sentimento religioso che non può essere rivolto né a una “cosa” a “dio” dell’Energia che non può ascoltare (amore idolatrico), né all'inesistente e trascendente 'Dio' personificato (amore contemplativo) ma all’azione della testimonianza di “dio” che unisce tutto, equivalente a quell’«amare pensando» dell’uomo che, anticipando ogni azione e pensiero, unisce tutti e tutto nell’Amore fraterno o universale.


L’Amore fraterno o universale che l’uomo deve appassionatamente vivere con l’azione diretta dell’Amore aperto, dinamico e operoso si realizza costruendo il Sommo Bene.


Se“dio” dell’Energia ha rappresentato con la sua armoniosa moltitudine la natura provvidente', Sommo Bene rappresentativo, ereditata dall’uomo; ebbene l’uomo deve, con la sua armoniosa moltitudine, amare </nowiki>la natura provvidente ereditata, preservarla e, per dare continuità all’Amore fraterno o universale, deve rendere reale il “sogno” di “dio” integrando alla stessa natura provvidente il suo sogno da consegnare ai propri figli: Lo Stato Provvidente quale Sommo Bene legislativo da realizzare, presupposto inalienabile per vivere in modo pratico l’ascesi dell’Essere figlio di “dio” spensierato e libero tra i propri fratelli.


Lo Stato provvidente è il presupposto inalienabile per esprimere la vita dell’Essere figlio di “dio”, è il Sommo bene che investe ogni singolo uomo, scaturito dall’amore creativo libero e altruista della moltitudine dei suoi cittadini, i quali con la scolarizzazione hanno raggiunto la piena consapevolezza di agire correttamente prima ancora di pensare.


In natura ogni specie inferiore contribuisce alla provvidenza della specie superiore, sacrificando una parte di se stessa. Per l’uomo razionale, che non deve sacrificare la sua esistenza, è sufficiente una piccola parte del suo dignitoso lavoro giornaliero per alimentare la provvidenza dello Stato.


Il Sommo Bene è Lo Stato da concepirsi armonioso come un organismo vivente, unificatore dell’amore verso tutti. Che lo Stato sia il Sommo Bene è nell’esperienza dell’uomo, per esso intere generazioni hanno donato la vita. Che lo Stato provvidente sia il presupposto della trascendenza intellettuale umana dipende dalla Cultura infusa dallo stesso Stato ai suoi cittadini in età adolescenziale.


Punto di partenza per realizzare il Sommo Bene, Lo Stato provvidente e il suo Governo, è educare la ragione umana a diffondere la cultura trascendentale o temporizzata la quale fa emergere da ogni coscienza non solo la peculiare libertà creativa del singolo individuo ma anche la complementare polarità dialettica tra etica/sociale ed estetica/liberale, indispensabile per governare con la Politica l’“amore” di “dio”.


Per costruire Lo Stato Provvidente e armonizzare tutte le coscienze al suo Governo, non basta quindi, aver rivelato dalla rappresentazione la “filosofia” di “dio”, i Principi rappresentativi ed espressivi e, dallo stesso “dio”, i segni estetici; cioè non basta dare certezza scientifica all’armonia estetica, traducendo in linguaggio lessicale ogni particolare visibile della bellezza della natura e della creatività umana. Non basta dare certezza scientifica anche all’armonia etica, traducendo i Principi della libertà rappresentativa di “dio” in Principi espressivi dell’uomo; non basta aver ereditato la natura provvidente.


Per realizzare il Sommo Bene dello Stato Provvidente ed ereditare meritatamente il Paradiso del padre in cui esercitare la propria trascendenza intellettuale, occorre un sano Governo presieduto da chi fa interagire l’armonia etica con l’armonia estetica già polarizzate dialetticamente in ogni coscienza. Occorre diffondere la consapevolezza che esiste, integrata alla “filosofia” di “dio”, l’armonia etica/estetica con la quale ogni uomo può dare il suo contributo legislativo allo Stato e di riflesso provvidentemente promuove la libera azione creativa dei propri fratelli.


Lo Stato provvidente, che è giustizia e amore, si fonda sulla cultura trascendentale o temporizzata dei suoi cittadini scaturita dalla verità fisica, filosofica e teologica rappresentata direttamente da “dio” dell’Energia ed espressa dall’uomo reale del terzo millennio. Verità che unifica e armonizza le espressioni complementari della Politica insite nella coscienza umana, quella etica/sociale e quella estetica/liberale.

Lo Stato provvidente governato dal vero politico, socialista e liberista insieme, si fonda sul lavoro creativo dell’uomo reale: sapiente, giusto e sicuramente fortunato di vivere in un Paradiso tutto suo.


In sintesi, soltanto la Sana Politica, in grado di superare il relativismo intellettuale e le storiche divisioni, può realizzare il progetto trascendentale ereditato dal padre: Lo Stato provvidente.

Lo Stato provvidente è il progetto dell’uomo reale del terzo millennio, giustiziere dei peccati che ostacolano la giustizia sociale, la dignità umana e la sua ascesi; questo progetto caratterizzerà la fase pratica della ricerca che coinvolgerà sinergicamente tutte le istituzioni e tutti gli ambiti del sapere.

Com’è facile immaginare, questa fase applicativa della ricerca non può svolgersi in solitudine.

L’applicazione vasta dei Principi universali della libertà rappresentativa di "dio" ed espressiva dell’uomo che daranno sollievo economico a un popolo ridotto allo stremo, impegnerà molte risorse intellettuali provenienti dalle varie discipline scientifiche le quali, finalmente, avranno l’opportunità di dare risposte certificate dallo stesso "dio" alla riforma culturale politica ed economica della quale si hanno estrema e urgente necessità.

Torna su



L’armonia etica/estetica in Politica


Già conoscendo “dio”, la sua “filosofia”, i suoi Principi, si è sulla buona strada della convivenza civile e religiosa ma, per esprimere l’Amore fraterno o universale da vivere nella famiglia e nella comunità, è necessario non solo rendere reale il “sogno” di “dio” realizzando in esso il nostro sogno (il sogno del “sogno” = realtà), Lo Stato provvidente, ma occorre anche governare il Sommo Bene riscontrando in “dio” dell’Energia (“coscienza fisica”) e in Dio del Pensiero (coscienza umana) l’armonia etica/estetica necessaria alla Saggia Politica e al Governo dei popoli, affinché ogni cittadino cui è stato insegnato ad agire secondo quell’«amare pensando» possa sentirsi spensieratamente libero amato e da tutti considerato.

Senza l’armonia etica/estetica su cui si fonda il Governo del Lo Stato provvidente, garante della libertà e del lavoro creativo individuale, l’uomo non potrà godere completamente del suo Paradiso.

Per riscontrare quest’armonia basta riflettere sulla rappresentazione di “dio”.


Osservando la rappresentazione di “dio”, si deduce la relazione polare quella complementare esistente tra le due componenti etica ed estetica dell’intelletto umano nato a immagine e somiglianza dello stesso “dio”. Esiste, infatti, una perfetta identità tra la “coscienza fisica” ("dio") e coscienza umana.


11.jpg


Le due coscienze si esprimono attraverso la complementarietà interattiva degli opposti polari, spaziotempo futuro/divergente e passato/convergente; in particolare la coscienza umana fa corrispondere allo spaziotempo futuro il pensiero individuale estetico/liberale, fa corrispondere allo spaziotempo passato il pensiero collettivo etico/sociale.


In ogni epica coscienza umana, infatti, per il suo naturale equilibrio dinamico interagiscono due poli ideologici complementari e opposti, quello etico e quello estetico, che l’uomo ha irrazionalmente diviso.

Dal Principio fisico di Simmetria degli Eventi (1° principio universale), desunto dalla scoperta rappresentativa di “dio” e tradotto in termini umanistici nel Principio di Complementarietà degli Opposti, si evince che una sana mente politica si basa sull’interazione delle due ideologie complementari: l’ideologia liberista, concepita dal polo estetico della coscienza (ENTROPIA del pensiero), incline a salvaguardare la libertà individuale, e l’ideologia socialista concepita dal polo etico della coscienza(SINTROPIA del pensiero), incline a salvaguardare la collettività.


Etica: azione consapevole della coscienza rivolta a soddisfare con il comportamento il rapporto tra uomo e natura, tra l’uomo e i suoi simili. L’etica è l’uso pratico della ragione ed ha il fine di stabilire l’accordo ultimo tra uomo e natura, tra l’uomo e i suoi simili.
Estetica: azione consapevole della coscienza rivolta a soddisfare con la bellezza espressiva e rappresentativa dell’amore la libertà creatrice di ogni singola coscienza. Essa si esprime in tutti i campi e si rappresenta con le arti.
Epica: azione consapevole della coscienza rivolta a soddisfare l’istinto eroico di ogni coscienza. Essa si esprime con le attività sportive singole o di gruppo, spesso anche nel mondo del lavoro e delle professioni, avendo come obiettivo un traguardo, e quindi una vittoria.


Le opposte ideologie complementari, ancora separate dall’irrazionalità umana, definiscono una sola inscindibile unità polare, inequivocabilmente rappresentata, espressa e testimoniata dall’universale della natura e della mente, dalla “coscienza fisica” e dalla coscienza umana, da “dio” e, finalmente, espressa anche dall’uomo.


L’ideologia liberista da sola tende a diversificare, “disordinare” e disaggregare la collettività e sostenendo la creatività individuale, entropizza la società. Infatti, l’ideologia liberista trascura l'etica ed esalta l'estetica di ogni coscienza. Chi governa, per sua natura, è incline a favorire il libero pensiero creativo di ogni individuo. Per la coscienza estetica, ogni uomo ha uguale diritto a testimoniare il libero pensiero creativo.

L’uomo con il libero pensiero creativo raggiunge traguardi utili a tutti.

L’ideologia liberista è naturalmente incline a soddisfare il fine estetico della coscienza umana con il quale si testimonia l’amore libero e bello della natura che non ha senso vivere in solitudine!


L’ideologia socialista da sola tende a unificare, a ordinare e ad aggregare la creatività individuale e privilegiando la collettività, sintropizza l’individuo. Infatti, l’ideologia socialista trascura l'estetica ed esalta l'etica di ogni coscienza. Chi governa, per sua natura, è incline a favorire l’unità della moltitudine. Per la coscienza etica, tutti gli uomini hanno uguale diritto alla vita, alla salute, al lavoro, alla dimora, alla cultura.

L’uomo è libero di testimoniare il suo pensiero creativo, se è soddisfatto nei suoi diritti.

L’ideologia socialista, è naturalmente incline a soddisfare il fine etico della coscienza umana che concilia l’uomo con tutti i suoi simili, con la natura e con “dio”; essa è alla base della libertà individuale..


Entrambe le ideologie se separate, essendo incomplete, con la pratica del governo creano dei paradossi legislativi che impoveriscono l’economia, la fierezza di una nazione e ledono la dignità del singolo cittadino.

Se l’azione del governo liberista non è finalizzata anche alla produttività collettiva, genera entropia disgregante nella società; se invece l’azione del governo socialista non è finalizzata anche alla creatività individuale, genera sintropia alienante nel singolo uomo.

Se divise, entrambe le ideologie ledono i diritti umani. La storia lo ha dimostrato e ancora lo dimostra.

Non si possono demonizzare le due ideologie; entrambe sono fondamentali perché, per il Principio di complementarietà degli opposti, l’una esiste in funzione dell’altra, l’una integra l’altra. È necessario, perciò, superare i limiti della visione borghese del liberismo e proletaria del socialismo perché:

Senza liberismo, non c’è socialismo. Non c’è soluzione liberale ai diritti naturali e acquisiti di tutti.
Senza socialismo, non c’è liberismo. Non c’è libertà se non sono soddisfati i diritti liberali di tutti.


Per il sano governo democratico, il socialismo si compie nel liberismo e il liberismo si compie nel socialismo.

Alla luce delle desunte e certificate considerazioni, l’uomo con l’apprendimento, sin dall’età scolare, deve conoscere, lievitare e applicare l’espressione unitaria delle opposte ideologie. In questo modo si concepisce la filosofia politica dell’equilibrio dinamico che anima la nuova scienza del governo, la Dialettica Politica che considera le due opposte ideologie complementari, permeanti l’una nell’altra, un’inscindibile unità.

La società ideale è socialista e liberista insieme; nel suo esercizio è socialista dall’alba sino a mezzogiorno, è liberista da mezzodì sino a sera.


Nascerà Lo Stato provvidente quando nel parlamento siederà l’uomo reale, socialista e liberista insieme.

È giunta, quindi, l’ora di diffondere l’armonia etica ed estetica, fondendo insieme le due ideologie e facendo sorgere il socialismo liberale o il liberismo sociale, in grado di soddisfare l’azione legislativa dello Stato, il Divenire della vita e l’Essere figlio di “dio” di ogni cittadino. L’auspicabile svolta ideologica finalmente si rende reale; con “dio”, l’amico fedele, l’uomo comune e quello apparente si evolvono culturalmente nel Dio vivente incarnato nell’uomo reale, il quale darà inizio alla “rivoluzione” culturale e politica del terzo millennio, la rivoluzione della giustizia sociale, della libertà, della bellezza e dell’amore.


L’uomo, da cittadino deve riappropriarsi del proprio destino, senza impegnare l’intelligenza a cercare strategie per continuare a vivere; da politico previdente deve decretare il fallimento del liberismo sfrenato (capitalismo), proponendosi alla guida de Lo Stato provvidente e delle sue istituzioni; da uomo reale deve legiferare applicando i Principi universali diventati costituzionali per istituire il bene e prevenire il male secondo l’«amare pensando» che fonda l’universo.

L’amore non ammette leggi e giudizi, perché il peccato del singolo è di tutti, anche dei legislatori e dei giudicanti che non sanno istituire e prevenire.

Torna su



L’uomo reale entra nella storia


L’audace balzo verso la conversione culturale dell’umanità impegna ogni uomo ad annichilire i suoi e i peccati di tutti nati dall’ignoranza di non conoscere suo padre.

Ogni uomo, indottrinando la ragione a “la filosofia della natura” attraverso la via sintetica della rappresentazione visiva di “dio”, riscopre se stesso e sa di essere il figlio di “dio” vivente: il creativo Dio del Pensiero ovvero l’uomo reale del terzo millennio.


Da uomo reale' redime il peccato originale imposto dalla nascita della ragione e inizia a riscattare i mali lievitati a dismisura dall’uomo apparente, mali che hanno fatto crescere, per ignoranza, la sofferenza.

Nella prima fase della sua conversione da uomo apparente a uomo reale, deve agire senza vergognarsi delle sue scelleratezze che imperversano il mondo. Egli, per salvare l’umanità, deve abbandonare l’ipocrisia dell’ombra e dirigersi verso la luce, verso “dio” che lo sostiene. La sua azione di nobile grandezza deve dissociarsi dalle perfidie e combattere con la verità filosofico/teologica l’orrido provocato dalla miopia intellettuale dell’uomo apparente; così la Giustizia vestirà i panni della misericordia e la natura recupererà la sua provvidenza. Come un raggio di sole, con umiltà l’uomo reale deve posarsi su tutto e senza sporcarsi dissolvere la miseria intellettuale, la vera povertà che imperversa nel mondo. Nella prima fase di riscatto l’uomo reale, tenendo presente i Principi fondanti la sua stessa natura, deve essere nella sua piccolezza misericordiosamente grande e puntare a realizzare il “progetto” ambizioso ereditato dal padre se desidera ardentemente risorgere a nuova vita: Lo Stato provvidente che identifica il Sommo Bene da perseguire.


Come “dio” dell’Energia è l’unità dinamica, perfetta e armoniosa di tutta la moltitudine fisica e vivente, così l’uomo reale attraverso Lo Stato provvidente compie nell’amore l’unità della sua moltitudine; tale unità si fonda sull’azione diretta del lavoro aperto, dinamico e operoso secondo quell’«amare pensando» che ogni cittadino indirizza alla famiglia, alla comunità civile e religiosa e allo Stato provvidente.

Per l’uomo reale lo scopo collettivo è fare proprio il “sogno” di “dio”, il Paradiso e preservarlo per i propri figli affinché l’umanità continui il suo “viaggio” nell’universo; mentre lo scopo individuale è testimoniare in tutti i modi possibili l’universale (“dio”) nel particolare rappresentato o espresso.


L’uomo reale, anche politico previdente e provvidente, rigenera le tre virtù teologali, la fede in ragione, la speranza in certezza e la carità in provvidenza; converte in dote i sette vizi capitali: la superbia in modestia, l’avarizia in beneficienza, la lussuria in agape, l’invidia in ammirazione, la gola in condivisione, l’ira in perdono e l’accidia in operosità. Attraverso queste conversioni l’uomo reale diffonde giustizia sociale e dignità per essere spensierato e libero tra i propri fratelli.


In sintesi - In ogni periodo della razionalità apparente, cioè prima dell’ingresso del Dio del Pensiero nella storia personificato dall’uomo reale del terzo millennio (21/12/2012), l’uomo coglie il modo soggettivo per esprimere l’Io puro del Pensiero cioè Dio; e, secondo una maggiore o minore sensibilità espressiva si sviluppa l'ordine di successione delle vie della conoscenza: l'arte, l’architettura, la teologia, la filosofia e la scienza fisica.

Se l’arte e l’architettura possono vantare il coinvolgimento percettivo della coscienza umana che, esprimendo l’Io puro sempre-presente del Dio del Pensiero, ne ha segnato il suo percorso evolutivo storico-artistico sino alla sua scoperta, ciò non lo possono vantare la filosofia e la scienza fisica. La filosofia, essendo un prodotto della ragione che esclude le rappresentazioni simboliche della coscienza, non evidenzia un percorso evolutivo percettivo; le diverse correnti filosofiche che riflettono sul mondo fenomenico si sono storicamente succedute sulla specifica determinazione razionale del singolo filosofo, che non è influenzato dall’evoluzione della sensibilità legata alla rappresentazione. In egual modo anche la scienza fisica, ferma al paradosso Energia uguale Pensiero, non può vantare un percorso evolutivo della conoscenza, continuamente modificato da nuove scoperte, né può perviene alla rappresentazione dell’assoluto increato “dio” dell’Energia, poiché anche lo scienziato esclude la coscienza dalla sua indagine.

La teologia cristiana, invece, ha colto espressivamente l’Io puro increato del Pensiero (Dio) testimoniata da ogni coscienza umana e, avendolo personificato nel trascendente Dio della fede, non ha colto l’unità teologica tra “corpo” e “anima”, che integra i due diversi aspetti di ogni rappresentazione: l’aspetto visibile esteriore del “corpo” riferito a un ristretto campo di onde riflesse dello spettro elettromagnetico e l’aspetto invisibile interiore dell’“anima” riferito all’assoluto dell’Energia (“dio” o “particelle” elementari) che configurano il “corpo”.

L’assoluto increato dell’Energia (“dio”) che configura l’uomo nel “corpo” sono anche l’“anima”, l’“amore assoluto” «motore» dell’universo.


Se l’arte può tracciare rappresentativamente con l’evoluzione della sensibilità percettiva l’ingresso nella storia dell’uomo reale, ciò non accade con la filosofia e la teologia, e con la stessa scienza fisica.

Soltanto adesso alla filosofia, dopo che si è arricchita della verità ultima rappresentata dall'arte, è dato il compito di approfondire espressivamente ciò che la stessa arte ha rappresentato e di verificare preventivamente ciò che la scienza fisica può sperimentare.

La filosofia giunge così alla piena ragionevolezza, diventando oggettiva ovvero “filosofia di dio” o della natura, dalla quale deriverà La Filosofia della Scienza.

Quest’approdo della filosofia in cui la ragione espressiva e la coscienza rappresentativa dell’uomo sono un tutt’uno, è il risultato del processo evolutivo dell’arte, che nella sua parte finale ha condiviso le scoperte ultime della scienza fisica.


“La filosofia della natura” o filosofia dialettica oggettiva, rappresentata da “dio” ed “espressa” dall’uomo, si pone all'apice dello sviluppo storico del Pensiero occidentale. Essa, semplificata dalla rappresentazione, deve considerarsi come la concezione filosofica definitiva, rispetto alla quale sono possibili soltanto chiarimenti specifici, e non può essere superata da un nuovo pensiero filosofico, perché non si può immaginare un’Energia alternativa e uno spaziotempo diverso da quello che rappresenta “dio”, il nostro universo e noi.

Senza mezzi termini, la “filosofia” di “dio” o della natura espressa dall’uomo con quell’«amare pensando» che concilia l’“amore assoluto” dell’Energia e l’Amore puro del Pensiero, è un "sistema razionale chiuso", irradiante nei principi e non suscettibile di nuovi sviluppi; ma è anche un "sistema aperto", dinamico, nel quale “dio” visibile brilla nell’uomo reale, unico Dio vivente e protagonista diretto della storia.

L’«amare pensando» de “La filosofia della natura” concilia definitivamente i due finiti/infiniti della natura e della mente, “dio” e l’uomo, l’“oggetto” e il soggetto, chiude il percorso dell'Amore (La Conoscenza Generale della Natura), con il quale le invisibili “idee assolute” dell’Energia (“dio”), dopo la negazione di se stesse nell’apparente natura, tornano in sé, divenendo idee pure del Pensiero dell’uomo reale e proseguono il loro cammino nella luce dell’immensamente grande dell’universo rendondosi visibili, libere, belle e seducenti per il proprio amore, per la famiglia, per la comunità civile e religiosa e per Lo Stato provvidente.

L’uomo reale, dopo aver riconosciuto nei particolari apparenti l’universale “dio” dell’Energia, non si contrappone al particolare finito apparente trascurandolo, ma è lo stesso particolare che è inteso come prezioso universale.

È la pura dialettica tra i due infiniti assoluti della natura (“dio”) e della mente (uomo). Si esprime e si testimonia così la pienezza della dialettica rappresentativa che fonde i due finiti/infiniti: l’Amore puro dell’Io personale (uomo) e l’“amore assoluto” impersonale (“dio”). L’uomo reale, finalmente, esprimendo con la ragione l’Io dall’Amore puro e assoluto, scioglie il finito nell’infinito senza perderne i confini.


L’idealismo di “dio” e Dio è dentro di me e il realismo de Lo Stato provvidente è fuori di me.

Torna su






Questo insegnamento è privo di note bibliografiche per tre motivi:


Primo motivo: le conoscenze filosofiche, teologiche e fisiche di base de “La filosofia della natura” fanno parte delle conoscenze acquisite consolidate che ogni individuo apprende in età adolescenziale e con la scolarizzazione; mentre le conoscenze artistiche derivano direttamente dall’esperienza dell’autore.


Secondo motivo: per conoscere “la filosofia della natura” rappresentata da "dio" ed espressa dall’uomo si è percorso «la via del buon senso» sperimentando con la rappresentazione unicamente le Entità certe esistenti in natura ENERGIA, SPAZIO e TEMPO. La verifica dei concetti riportati in questo insegnamento è data dalla loro stessa rappresentazione poiché: “Se i concetti si riscontrano nella rappresentazione dello spaziotempo assoluto o polare di “dio”, essi sono veri, razionali; se non si riscontrano nella rappresentazione dello spaziotempo assoluto o polare di “dio”, essi non sono veri sono irrazionali: inammissibili”.


Terzo motivo: “La filosofia della natura” non può essere supportata da filosofi attuali o del passato, appartenenti alla tradizionale filosofia dialettica soggettiva (“arte” di ragionare priva di rappresentazione) il linguaggio espressivo dell’uomo (PENSIERO, PAROLA, VERBO) è indefinito perché non supportato dal “linguaggio” rappresentativo di “dio” configurato dall’ENERGIASPAZIOTEMPO, viceversa il linguaggio di questo insegnamento è definito perché supportato dalla neonata filosofia dialettica oggettiva che è l’arte di ragionare riflettendo sulla rappresentazione polare di “dio”.

In conclusione, la tradizionale filosofia dialettica soggettiva non supportata dalla rappresentazione di “dio” non può verificare la filosofia dialettica oggettiva; viceversa è la filosofia dialettica oggettiva che potrà verificare la filosofia dialettica soggettiva per recuperare le verità già dette e passate inosservate.

La filosofia dialettica oggettiva pone “dio” al vertice del vocabolario e tutti i termini umanistici e rappresentativi della natura ben distinti e tra loro relazionati riscontrano la loro sorgente comune, infatti l’energiaspaziotempo, l’unico termine, pur scindendosi e mutando nella moltitudine dei vocaboli del nostro dizionario non cambia significato.

Da adesso in poi c’è soltanto un autore “architetto e artista”, “fisico”, “filosofo” e “teologo” primordiale che non è necessario mettere in nota per giustificare le nostre dissertazioni perché esso è “dio”: il nostro amico fedele, “ispiratore e verificatore” diretto.

Torna su


Autore

Raffaele Baglivi, da studente di Architettura presso l’Università “La Sapienza” di Roma, inizia una ricerca per rendere visibile l’invisibile spaziotempo della natura; i risultati conseguiti diventano oggetto della tesi teorica titolata “Viaggio nello spaziotempo della natura” con la quale si laurea.

Architetto e artista, coniuga la sua attività professionale con la ricerca, sperimentando rappresentativamente lo spaziotempo in tutti i suoi aspetti fisici, filosofici e teologici.

Numerose le opere artistiche e architettoniche attraverso le quali verifica la ricerca raccolta nell’inedito La “suprema ricerca” dell’Arte, in parte pubblicata nel volume Lo scrigno della Conoscenza assoluta (Congedo Editore 2010).

Nel 2012, con l’inedito “l’Arte scopre l’Invisibile“ e nel 2013, con l’inedito “La dottrina della ragione” la ricerca sfocia nel progetto ambizioso de “Lo Stato provvidente” che vede protagonista l’uomo reale del terzo millennio giustiziere dei peccati e diretto protagonista della storia.

Con “Lo Stato provvidente” l’architetto rende reale il fine teologico della ricerca artistica e, con la divulgazione dei siti www.ladottrinadellaragione.it, www.lafilosofiadellanatura.it e www.filosofiaesteticaapplicata.it, rende pratico il suo impegno sociale, ravvisando il Nuovo umanesimo e la Nuova Evangelizzazione della quale si ha estrema necessità.

Dopo aver dato soluzione all’indeterminazione creativa e ai paradossi della Conoscenza e dell’esistenza umana, l’architetto artista sta preparando una mostra pittorica sull’invisibile. In questa mostra le vie della conoscenza, l’arte, la fisica, la filosofia, la teologia e l’architettura si fondono insieme in un itinerario pieno di emozioni, sensazioni e sentimenti, raccontate con la parola e il verbo di "dio": amare.